Olimpiadi: è crisi candidate, anche Stoccolma rinuncia

ROMA. – Stoccolma rinuncia a candidarsi per l’Olimpiade invernale del 2026. L’annuncio è stato dato dalla sindaca della capitale svedese, Karin Wanngard, che ha motivato la decisione con il fatto che “il Cio non ci ha ancora fatto sapere di quanto sarebbe stato il suo eventuale contributo economico”.

C’era quindi il rischio di costi eccessivi “e troppo poco tempo – ha aggiunto la Wanngard – per fare un’approfondita analisi della situazione. Noi del partito socialdemocratico abbiamo sempre pensato che l’Olimpiade sarebbe stata una grande occasione per la crescita e lo sviluppo di Stoccolma, ma sfortunatamente siamo gli unici ad avere questa posizione”.

Il Ministro dello sport svedese Gabriel Wikstrom, da parte sua, ha detto che il governo avrebbe fatto la sua parte “assicurando tutto l’appoggio necessario, ma abbiamo sempre avuto chiaro il fatto – ha detto ancora – che la scelta di candidarsi spettasse esclusivamente alla città”.

La notizia della rinuncia di Stoccolma sembra confermare l’attuale scarso appeal, motivato in buona parte dai costi economici da sopportare, delle Olimpiadi quando si tratta di candidarsi per ospitarle. Basti pensare, sostengono i fautori di questa teoria, che per quelle estive del 2024 sono rimaste in lizza soltanto due metropoli, Parigi e Los Angeles.

C’è anche chi sostiene che in settembre a Lima il Cio potrebbe ‘premiarle’ entrambe assegnando, per la prima volta nella storia, due edizioni dei Giochi nella stessa occasione, per evitare il rischio di brutte figure (leggi pochissime o zero candidature) per quelli del 2028. Ma l’ipotesi per il comitato olimpico non è praticabile.

Parlando all’assemblea generale dell’ente dello sport panamericano, in corso in Uruguay a Punta del Este, il presidente del Cio Thomas Bach ha sostenuto che il fascino delle Olimpiadi “è intatto, alto come non mai, e lo testimonia il fatto che il numero dei nostri top sponsor è il maggiore di sempre, per non parlare del fatto che per avere i diritti televisivi in tanti fanno la fila, tanto è vero che ci sono contratti di questo tipo in essere fino al 2032”.

Tutto ciò, secondo Bach, “perché in un mondo che non è più quello di prima, perché i tempi sono cambiati – ha sottolineato – i Giochi e l’ideale olimpico rappresentano un fattore di stabilità, come invece non succede nel mondo dell’economia e della politica: il nostro movimento e le Olimpiadi sono, al momento, l’unico evento che riesce a tenere il mondo unito sotto lo stesso tetto. Ad esempio, ci siamo riusciti anche a Rio nonostante difficoltà di vario tipo. Noi cerchiamo di portare un messaggio di pace e stabilità”.

Il presidente del Cio, a proposito delle rinunce di Amburgo, Budapest e Roma per l’Olimpiade del 2024, ha comunque ammesso che “in Europa ci sono delle difficoltà. Ci sono dei gruppi che sfruttano l’argomento Olimpiadi a scopo politico. Ma dobbiamo capire che le nostre procedure per potersi candidare forniscono strumenti a chi sostiene che ci sono troppe spese e troppe complicazioni”.