Lite Pd sulle alleanze. Renzi: “Chi vince è il candidato premier”

PRIMARIE PD (FRAME)
PRIMARIE PD (FRAME)

ROMA. – All’ultimo miglio, il tema delle alleanze entra nella campagna per le primarie del Pd. “Tra quattro giorni si sceglierà in modo democratico il segretario che sarà anche il leader candidato a Palazzo Chigi alle prossime elezioni”, afferma Matteo Renzi, nell’invitare gli elettori ai gazebo. E sembra così confermare uno schema che, complice il premio alla lista dell’attuale legge elettorale, vede il Pd correre da solo.

Da sinistra Giuliano Pisapia rinnova il suo appello all’ex premier a farsi promotore di una coalizione: “Alleiamoci su un progetto per il Paese o sarà la fine”. Ma gli sfidanti di Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano, avvertono gli elettori di centrosinistra che se domenica vincerà Renzi, il progetto di una coalizione ulivista sarà “impossibile”.

A quattro giorni dai gazebo che incoroneranno il nuovo segretario Dem, si svolge il primo e unico confronto tv tra i candidati, in prima serata su Sky. Ma il duello a distanza tra i tre contendenti prosegue per tutta la giornata. A innescare la miccia questa volta è un elemento esterno: l’appello di Pisapia, in un’intervista a Repubblica, a riunire il centrosinistra se non si vuol fare la fine della sinistra francese, scomparsa dal ballottaggio per le presidenziali.

Il Pd – afferma l’ex sindaco in un incontro con i parlamentari a lui vicini – deve perciò promuovere una legge elettorale con premio alla coalizione. Ma è solo indiretta, per il momento, la risposta di Renzi. L’ex premier, per contrastare il rischio di una scarsa affluenza ai gazebo che cruccia i suoi sostenitori, lancia un appello al voto.

E, nonostante tutti i sondaggi lo diano ben oltre il 60%, invita a non considerare il risultato “già scritto”: “E’ fondamentale la partecipazione, serve l’impegno di tutti”. E non solo – notano i suoi – perché un’affluenza più alta darà più forza al vincitore. Ma perché il segretario sarà anche candidato premier. Lo prevede lo statuto Pd, certo, ma sul punto Orlando ed Emiliano non sono d’accordo e propongono la separazione dei ruoli.

Dunque, il fatto che Renzi lo rimarchi assume un valore programmatico e conferma uno schema che, osservano i renziani, vede il Pd correre da solo, puntando al 40%. Uno schema che sembra mettere in conto l’ipotesi di voto anticipato.

Dopo le primarie, intanto, Renzi è pronto a fare una proposta sulla legge elettorale (“Il Pd da solo non ha i numeri ma dovremo lottare per non rassegnarci all’immobilismo”, scrive tra l’altro) ma questa proposta, spiegano i suoi, non prevederebbe il premio alla coalizione, bensì alla lista. “Che Pisapia convinca Renzi a diventare il nuovo Prodi è fantapolitica – scommette Emiliano – lui cercherà piuttosto di far fuori tutti i suoi avversari”.

E Orlando concorda: “Credo che la stagione di Renzi sia conclusa, costruire un centrosinistra intorno a lui è impossibile”, è il messaggio con cui il ministro prova a contendere voti a sinistra. Mentre Pier Luigi Bersani, scettico sui margini di dialogo con un Pd renziano, spiega che un “centrosinistra nuovo” è possibile. Anche – sostengono i suoi – senza Pd, magari con un candidato premier come Pisapia.

In vista delle primarie, intanto, tra i Dem proseguono le liti sulle regole del voto ai gazebo, che hanno tenuto banco per tutta la campagna. E i sostenitori di Orlando contestano il fatto che si sia deciso di permettere il voto on-line dall’estero. Ma la commissione congresso stoppa la polemica: “Le regole sono quelle del 2013”.

E non sulle regole ma sulle linee programmatiche, dal lavoro alle tasse, si preparano a confrontarsi i candidati negli studi di Sky. Nella convinzione, afferma Renzi, che la vera contesa è quella che ci sarà alle elezioni con M5s e destra. E mentre Emiliano ammicca all’elettorato grillino, anche in chiave di coalizione post elettorale, Orlando chiude: “Un accordo con M5s è impossibile”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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