L’Italia penultima nella classifica Ue dei laureati

Un momento della cerimonia di apertura della prima riunione mondiale dei laureati dell''ateneo Bolognese nell'aula Magna di Santa Lucia, Bologna, 19 Giugno 2015. ANSA/ GIORGIO BENVENUTI
Un momento della cerimonia di apertura della prima riunione mondiale dei laureati dell”ateneo Bolognese nell’aula Magna di Santa Lucia, Bologna, 19 Giugno 2015. ANSA/ GIORGIO BENVENUTI

BRUXELLES. – L’Italia perde la maglia nera in Europa per il numero di laureati ma nelle statistiche resta comunque tra i Paesi con la percentuale più bassa. Peggio, per il numero di titoli di studio superiori, fa solo la Romania. A stilare la classifica con i dati del 2016 è l’Eurostat. Il Paese resta anche agli ultimi posti nell’Unione europea per quanto riguarda il contrasto alla dispersione scolastica. L’Italia è infatti la quinta peggiore per quanto riguarda il fenomeno degli abbandoni precoci.

Secondo i dati dell’ufficio statistico dell’Ue, la percentuale di persone tra i 30 e i 34 anni in possesso di una laurea è cresciuta dal 2002 in tutti i Paesi dell’Ue, Italia compresa. Quindici anni fa in Italia i trentenni laureati erano il 13,1%, oggi sono il doppio, il 26,2%. Un dato che supera l’obiettivo nazionale del 26% ma che resta tuttavia lontano dal 40% fissato per la media dei Paesi dell’Unione europea entro il 2020. In cima alla classifica dei Paesi con più laureati nell’Unione europea ci sono invece la Lituania, con un 58,7% in possesso di un titolo superiore, il Lussemburgo (54,6%) e Cipro (53,4%).

In linea con quasi tutti gli altri Paesi europei, esclusa la Germania, anche in Italia sono le donne a laurearsi in proporzione maggiore rispetto agli uomini, con una quota del 32,5% contro il 19,9%. Nonostante un netto miglioramento negli ultimi dieci anni, resta tra i peggiori dell’Unione europea anche il dato della dispersione scolastica in Italia. Nel 2006 erano il 20,4%, secondo i dati del 2016 sono scesi a circa il 14% i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che hanno lasciato la scuola prima di avere raggiunto un diploma secondario.

L’Italia anche in questo caso ha superato il suo obiettivo nazionale, posto al 16%, ma è lontana dall’obiettivo della media europea, fissato al 10%. Peggio di noi fanno solo Portogallo, Romania, Spagna e Malta mentre i Paesi più virtuosi sono Croazia, Lituania e Slovenia, tutti con tassi di abbandono sotto il 5%. Anche per quanto riguarda questo parametro, sono marcate le differenze tra maschi e femmine. Per i primi il dato dell’abbandono è del 16,1% contro un abbandono femminile dell’11,3%.

(di Salvatore Lussu/ANSA)