Il Venezuela lascia l’Osa

 

CARACAS – Il dado è tratto. La ministro degli Esteri, Delcy Rodrìguez, ha informato che, seguendo istruzioni del capo dello Stato, ha iniziato l’iter burocratico per separarsi dall’Organizzazione di Stati Americani.

La decisione di abbandonare l’organismo internazionale è stata presa immediatamente dopo che, in una assemblea straordinaria indetta con urgenza su richiesta di 16 dei suoi membri, veniva messa a votazione, e approvata con 19 voti a favore, 9 contro e 4 astenuti, la mozione con cui si chiedeva una riunione dei ministri degli Esteri per discutere la delicata realtà politica venezuelana.

La ministro, nell’informare la decisione del governo, ha sottolineato che si tratta di un gesto in difesa della sovranità e indipendenza del Paese. La responsabile della diplomazia ha sottolineato che la delicata situazione del Venezuela molto si deve all’intolleranza di un gruppo di paesi dell’Osa che si oppongono al governo del presidente Maduro. E ha accusato il presidente argentino di essere “un imprenditore al servizio di Washington”. In una lettera alla ministro degli Esteri dell’Argentina, ha scritto che “la storia s’incaricherà di giudicare e condannare coloro che oggi insidiano il Paese”.

Il Venezuela, per abbandonare l’Osa, dovrà concludere un iter burocratico che si stima possa durare due anni e azzerare il debito con l’organismo che si aggira attorno ai 9 miliardi di dollari. Esperti in materia considerano che il governo del presidente Maduro, con questa manovra, spera di minimizzare i danni dell’applicazione della Carta Democratica invocata dal Segretario Generale dell’organismo, Luis Almagro, e che, pare oramai inevitabile, sarà la prossima decisione dell’organismo. Stimano, inoltre, che il presidente Maduro pensi che l’isolamento del Venezuela possa giovare al suo governo.