Rigopiano: quella sera che spazzò via 29 vite

PESCARA. – La valanga che lo scorso 18 gennaio travolse l’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), dove si trovavano quaranta persone fra clienti (28) e dipendenti (12), provocò 29 vittime, 15 uomini e 14 donne: per quella tragedia sono arrivati sei avvisi di garanzia dalla Procura di Pescara.

Il 18 gennaio in Abruzzo è in atto una violenta bufera di neve e si verificano quattro forti scosse di terremoto, con epicentro tra Montereale (L’Aquila) e Capitignano (L’Aquila), tutte con magnitudo superiore a 5. Gli ospiti dell’Hotel Rigopiano, completamente isolato dalla nevicata notturna, vogliono andarsene.

Il proprietario invia diverse richieste d’aiuto per liberare la strada, ma non arriva nessuno. Nel pomeriggio, tra le 16.30 e le 16.50, una valanga travolge la struttura. Alle 17.08 Giampiero Parete, illeso perché nel parcheggio, lancia l’allarme al 118: dice che c’è stata una valanga e che l’albergo è crollato. Alle 17.10 la prefettura chiama l’hotel, ma nessuno risponde.

Alle 17.40 una funzionaria della prefettura contatta il direttore dell’hotel, Bruno Di Tommaso, che però è a Pescara e dice di non sapere nulla. Alle 18.03 Parete chiama il suo titolare Quintino Marcella, che fa diverse telefonate al 112 e al 113. Alle 18.08 e alle 18.20 Marcella parla per due volte con la prefettura di Pescara, ma in entrambi i casi la funzionaria liquida la richiesta d’aiuto come un falso allarme.

Solo alle 18.57 un volontario della Protezione civile crede al racconto di Marcella e la macchina dei soccorsi si attiva. Le squadre del Soccorso alpino si mettono in cammino con le ciaspole già la sera del disastro, ma raggiungono il luogo della tragedia solo all’alba del 19 gennaio. Poco dopo arriva la colonna dei soccorritori, dietro le turbine che hanno lavorato tutta la notte per sgomberare la strada.

Due persone, il cuoco Giampiero Parete, ospite della struttura, e il tuttofare dell’hotel, Fabio Salzetta, al momento della slavina all’esterno dell’albergo, vengono recuperati dagli uomini del soccorso alpino. Le macerie restituiscono le prime vittime.

Il 20 gennaio i vigili del fuoco estraggono vive nove persone: la moglie e il figlio di Parete, Adriana Vranceanu e il piccolo Gianfilippo; tre bambini, l’altra figlia di Parete, Ludovica, Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo, e altre quattro persone. Si tratta di Giampaolo Matrone, Vincenzo Forti, Francesca Bronzi e Giorgia Galassi. Insieme a loro affiorano anche altri cadaveri.

Le operazioni di recupero terminano il 25 gennaio con un bilancio di 29 morti e undici sopravvissuti. Questo l’elenco delle persone decedute a Rigopiano: Valentina Cicioni, Marco Tanda, Jessica Tinari, Foresta Tobia, Bianca Iudicone, Stefano Feniello, Marina Serraiocco, Domenico Di Michelangelo, Piero Di Pietro, Rosa Barbara Nobilio, Sebastiano Di Carlo, Nadia Acconciamessa, Sara Angelozzi, Claudio Baldini, Luciano Caporale, Silvana Angelucci, Marco Vagnarelli, Paola Tomassini, Linda Salsetta, Alessandro Giancaterino, Cecilia Martella, Emanuele Bonifazi, Luana Biferi, Marinella Colangeli, Alessandro Riccetti, Ilaria Di Biase, Roberto Del Rosso, Gabriele D’Angelo, Dame Faye.

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