Legge elettorale: il testo base pronto per il 3 maggio. Renzi stoppa Provincellum

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA. – Con un coup de Theatre Matteo Renzi stoppa l’intesa sul Provincellum come testo base sulla legge elettorale. Con una dichiarazione serale ha infatti bocciato il sistema che pure il Pd aveva sdoganata giovedì 20 aprile in Commissione Affari costituzionali, e su cui c’era l’assenso di diversi partiti. Il presidente della Commissione Affari Costituzionali e relatore, Andrea Mazziotti, che ha annunciato la presentazione del testo base la prossima settimana, dovrà dunque decidere, con una partita che sembra ritornare in salita, se attenersi alle dichiarazioni in sede Parlamentare del Pd o tener conto delle parole di Renzi.

In commissione Affari Costituzionali anche la Lega aveva dato il suo assenso al Provincellum, cioè ai collegi uninominali con riparto proporzionale. Il sì del Carroccio si era aggiunto a quello di Pd, Mdp, Fi, Des-Cd, Civici, Svp. Questo sistema supera i capilista bloccati, ma evita le preferenze, richieste invece da Ap. Per l’estensione dell’Italicum al Senato è invece M5s che già attacca gli altri partiti.

Appariva plausibile, dunque, che il testo base che Mazziotti ha annunciato per martedì 2 o mercoledì 3 maggio, si ispirasse al Provincellum, dopodichè entro il 12 maggio dovranno essere presentati gli emendamenti. Certamente i nodi aperti, natura del premio (alla lista o alla coalizione) e soglie, sarebbero stati affrontati solo in quella sede, e il testo base era un punto di partenza.

Ma ecco che in serata arriva la bomba di Renzi: “Hanno in testa il Provincellum. Un sistema che non ha preferenze, che fa finta di avere i collegi, ma poi non si sa se passa il tuo candidato o no. Questo sistema giova a chi non ha un voto”. “Non abbiamo paura di cercare le preferenze” ha insistito ricordando che “Di Maio a Pomigliano ne ha prese solo 59”.

Sullo sfondo c’è il tema tutto interno al Pd se correre da solo o in coalizione. Renzi ha ribadito l’intenzione di non voler fare alleanze con gli scissionisti di Mdp (“Ha la vocazione all’isolamento” ha replicato Francesco Laforgia), cosa che potrebbe mettere a repentaglio quella con Giuliano Pisapia (“Un conto è Pisapia, un conto è D’Alema” ha detto Renzi).

Invece gli altri due candidati alla segreteria Dem, Andrea Orlando e Michele Emiliano spingono per una coalizione larga. Renzi è sembrato rilanciare il Mattarellum: “Se ci fosse il Mattarellum le coalizioni sarebbero piu’ semplici nei collegi”. Per un proporzionale puro invece il Comitato per il No al referendum costituzionale, che ha consegnato ai presidenti Pietro Grasso e Laura Boldrini una mozione che ha raccolto 30.000 adesioni.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)