La Sinistra commemora Gramsci, si litiga sulla sua tomba

ROMA. – “Lei è comunista? Lei crede alla lotta di classe? Ma lasciatelo in pace…quante volte si deve ribaltare nella tomba?”. Una domanda senza risposta che fotografa una delle contraddizioni del Pd nella giornata in cui tutta la sinistra commemora la figura di Antonio Gramsci a 80 anni dalla sua morte. La scena, immortalata dalle telecamere, si è svolta al cimitero acattolico di Roma e fotografa quanta acqua sia passata sotto i ponti della sinistra. E si contrappone con durezza alle tante celebrazioni ufficiali, a partire da quella che si è svolta alla Camera con il presidente Mattarella.

Protagonisti del siparietto un giovane studente e il presidente del Pd Matteo Orfini che, con Guerini, vicesegretario del partito, ha scelto di ricordare il fondatori del partito comunista, con una visita alla sua tomba. Riconosciuto, l’attuale reggente del Pd è stato immediatamente attaccato: “cosa c’entra lei con il fondatore del partito comunista?”.

“Non si strilla sulle tombe, porti rispetto ai morti, sta facendo uno show in un cimitero”, ha replicato il presidente del Pd. Ma il litigio a sinistra, oltre a mostrare uno strano conflitto generazionale tra comunisti giovanissimi e più adulti post-comunisti, disegna la complessità ideologica dell’attuale sinistra.

La figura di Gramsci – per carità, rispettatissima da tutti – ha tanti eredi e non sembra sufficiente a riunire ciò che nel tempo si è creato. E se una delegazione dell’attuale microscopico Pci ha piantato una bandiera rossa nel prato della tomba di Gramsci, “la sua straordinaria e vitale eredità” è stata celebrata in maniera bipartisan ai più alti livelli.

“La sua è una grande figura di riferimento dovunque nel mondo come pensatore politico e teorico della politica”, ha spiegato, ad esempio, Giorgio Napolitano. “Antonio Gramsci è stato un pensatore colto e originale – i cui scritti alimentano tuttora studi, riflessioni, ricerche in ogni parte del mondo – e uno dei Padri della Sinistra italiana”, gli ha fatto eco Sergio Mattarella.

Al punto che il ministro per l’Istruzione Valeria Fedeli ne vuole promuovere maggiormente lo studio nelle scuole per “riflettere sulla sua figura e sulla sua opera”. Ma in serata è il segretario generale del Partito Comunista, Marco Rizzo, a rinfocolare la polemica sull’eredità gramsciana: “basta tirarlo per la giacca. Era comunista ed è morto in un carcere fascista proprio per le sue idee e oggi troppo spesso viene usato a ogni svolta politica”.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)