Eurobarometro: “Cresce la fiducia dei cittadini nell’Ue, anche in Italia”

BRUXELLES. – Torna a crescere la fiducia dei cittadini europei nell’Ue, con un aumento di coloro che ritengono sia positivo appartenervi. Sono i dati dell’ultimo Eurobarometro commissionato dall’Europarlamento. Anche in Italia, pur se sotto la media Ue, si registra un aumento di risposte positive sull’attaccamento all’Unione, con 7 punti percentuali in più rispetto all’anno scorso (48%).

A livello europeo, infatti, è positivo far parte dell’Ue per il 57% degli intervistati, con +4% rispetto a settembre 2016 e quasi allo stesso livello pre-crisi del 2007, quando era al 58%. Secondo una larga maggioranza degli intervistati italiani, però, ci sarebbe bisogno di un maggior intervento da parte Ue su migrazione (80%), politica di sicurezza e difesa (74%), politica economica (68%), agricoltura (65%) e politica industriale (64%).

La maggioranza dei cittadini europei, a differenza degli italiani, indica come priorità per una maggiore azione da parte dell’Ue la lotta al terrorismo (80%) e alla disoccupazione (78%), la protezione dell’ambiente (75%) e il contrasto all’evasione fiscale (74%).

Per la grande maggioranza dei cittadini Ue e anche italiani (anche se leggermente meno), inoltre, è meglio reagire con una risposta comune europea ai recenti eventi geopolitici globali come la crescente instabilità nei paesi arabi (73% contro 64%), la sempre maggiore influenza della Russia e della Cina (71% contro 64-65%), la Brexit (63% contro 57%) e l’elezione di Donald Trump (64% contro 59%) è più auspicabile che avere una reazione paese per paese per una percentuale di intervistati che, in alcuni casi, si attesta fino al 73%.

Il 43% degli europei pensa poi che la propria voce conti a livello di Ue, un record dal 2007 a oggi, e 6 punti percentuali in più rispetto al 2016. In Italia, invece, solo il 36% degli intervistati ha risposto positivamente, al di sotto della media Ue, ma con 11 punti percentuali in più rispetto all’anno passato.

Infine, la stragrande maggioranza degli europei, ma leggermente meno degli italiani (84% contro 77%) pensa che le diseguaglianze fra classi sociali siano significative, mentre un terzo degli intervistati europei e ancor più italiani dubitano che riusciremo a lasciarci la crisi alle spalle nei prossimi anni (30% contro 41%).

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