Over 50 a spasso, cercano sul web ma pagano poco

Boom lavoro a chiamata

ROMA. – Non hanno alcuna intenzione di svendersi gli oltre 500mila italiani over50 senza lavoro. Quando la pensione però è ancora troppo lontana e la speranza di trovare un nuovo impiego si affievolisce, arrivare a fine mese con il solo assegno di disoccupazione diventa ancora più difficile. Allora si ricomincia da capo, si aggiorna il curriculum, si fanno corsi di formazione e ci si mette su internet alla ricerca di un nuovo lavoro.

Così ha fatto Alessandra De Joannon, 53 anni, separata, con un figlio ventenne all’Università e disoccupata da dicembre 2016 quando è stata licenziata dal call center Almaviva insieme ad altri 1.665 suoi colleghi. “Ho lavorato lì per circa 9 anni, ma mi piace anche cucinare, così ho subito preso una certificazione per poter lavorare in mensa. Poi ho cominciato a mandare curricula, soprattutto via web”, racconta Alessandra che negli ultimi tre mesi ha fatto due colloqui.

“Mi avrebbero presa, ma ho rifiutato perché le offerte erano inaccettabili”, ha aggiunto spiegando che si trattava di continuare a fare l’operatrice di call center, ma a condizioni peggiori rispetto a quelle di Almaviva. “Mi hanno offerto 400 euro lordi al mese per 5 ore di lavoro al giorno, o addirittura 200 euro più piccole provvigioni. Per non parlare dei contratti, con queste cifre a un co.co.co preferirei i voucher”, ha aggiunto.

Anche Cinzia Bondoni, 54 anni, ha perso il lavoro in seguito alla chiusura del sito romano di Almaviva. Ha sempre lavorato e dopo 16 anni nel call center ora è impegnata con la burocrazia della Naspi e del progetto di ricollocamento Anpal per Almaviva.

“Sto buttando 20 anni di contributi e, se non riuscirò a ricollocarmi, a 67 anni avrò diritto solo a una pensione sociale. Dopo molte difficoltà, il primo assegno di disoccupazione l’ho preso il 28 aprile. Per i primi mesi è di circa 450 euro, ma poi scenderà”, ha spiegato.

Raffaele Di Leva di anni ne ha 64 e quando cerca lavoro si sente un alieno, ma la pensione non arriverà prima del 2020: “Prima del call center, ho avuto una pizzeria e fatto il cameriere per 11 anni. Qui a Ostia però cercano persone giovani e scattanti, per ora faccio volontariato e aggiorno il cv”.

Poi c’è Fiorella Mattoni che in Almaviva ha passato vent’anni e ora a 57 si ritrova senza lavoro, con la speranza che il ricollocamento prospettato dall’Anpal vada in porto: “Per la mia fascia d’età il problema è enorme, soprattutto per le donne che hanno creduto in un’emancipazione rivelatasi un’illusione. Le istituzioni dovrebbero erogare politiche del lavoro migliori a favore della famiglia, affinché una donna possa lavorare con maggiore serenità”.

(di Maria Chiara Furlò/ANSA)

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