Legge elettorale secondo il M5s: premio sotto il 40% e “no” a larghe intese

Bandiere del M5S
Si calmano le acque nella maggioranza.

ROMA. – Soglia più bassa per il premio di maggioranza, via i capilista e secondo turno che non sia necessariamente un ballottaggio: viaggia su questo binario, al di là della bandiera del Legalicum, l’apertura al dialogo del M5S sulla legge elettorale. Un’apertura che, come spesso ripetono i ‘big’ Cinque Stelle, può concretizzarsi solo in commissione e non su tavoli paralleli e che, tuttavia, registra una prima, chiara, proposta targata Pd: quella di una legge elettorale che ricalchi il sistema tedesco.

Difficile, se non impossibile, che la proposta renziana sia accolta dal M5S. Per ora, tra i Cinque Stelle, nessuno si sbilancia, a cominciare dal responsabile riforme Danilo Toninelli. Ma, già qualche giorno prima alle primarie, nel Movimento si guardava anche al di là del Lagalicum. In particolare, il 13 marzo scorso è stato depositato un ddl a prima firma del Dem Gian Mario Fragomeli che andrebbe nella direzione auspicata dai 5 Stelle: la proposta prevede un premio di maggioranza al 40% al primo turno ma, se nessun partito raggiunge la quota prestabilita, il premio scende al 37% al secondo turno, al quale accedono tutte le liste che superano il 20%. E il premio si presenta come meno ‘schiacciante’ rispetto a quello dell’Italicum, consentendo a chi vince di arrivare al 52%.

Dal M5S, finora, non è arrivato nessun endorsement pubblico al ddl Fragomeli che, però, non dispiacerebbe ai pentastellati in quanto, tra l’altro, esclude il premio di coalizione e i capilista bloccati. E consente al partito che raggiunge il 37% – quota che nel Movimento reputano raggiungibile – di governare senza le ‘odiate’ larghe intese che, invece, un sistema tedesco rende molto probabile.

Resta da vedere se, e quando, la partita a scacchi tra Pd e M5S si potrà tramutare in dialogo vero e proprio. Ma, come affermava Luigi Di Maio, c’è un punto sul quale il M5S ha leggermente corretto la rotta: “il Legalicum non è più inscalfibile”.

(di Michele Esposito/ANSA)

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