Di Maio a Harvard: “A settembre il candidato premier M5S”

ROMA. – Quattro mesi per scegliere il candidato premier e la squadra dei ministri e sciogliere i tanti nodi legati alle candidature. Ma con il programma già in cassaforte a luglio. A dare il timing del M5S da qui alle elezioni politiche è proprio il ‘frontman’ del Movimento, Luigi Di Maio. E lo fa in una cornice finora sconosciuta ai lidi pentastellati: l’università di Harvard.

In serata, infatti, il vice presidente della Camera M5S parlerà all’Ash Center for Diplomatic Governance dell’ateneo di Cambridge. L’obiettivo? “Spiegare la rivelazione M5S”, annuncia Di Maio da Boston. Per l’esponente M5S, dopo Israele e Londra, quella degli Usa è una nuova tappa del suo tour internazionale dopo la pausa post-referendaria. Un tour nel quale Di Maio accredita, inevitabilmente, la sua figura di leader in vista di una scelta del candidato premier che vede proprio nel vice presidente della Camera il costante favorito.

“Nel 2018, l’Italia potrebbe avere il primo governo fondato sulla democrazia diretta”, è uno dei punti salienti del suo speech – del quale è stato anticipato l’abstract – a Harvard. Una ‘lectio’, la sua, incentrata anche sulla piattaforma Rousseau e “sull’esperienza della democrazia diretta che ha cambiato la scena politica e cultura italiana”.

Ma nel suo discorso Di Maio differenzia il M5S dalle altre forze populiste o comunque radicali Ue. “Siamo totalmente diversi da partiti come Podemos, Syriza, Front National, Afd, Ukip, per noi questi partiti sono già vecchi. Noi siamo antirazzisti, contro la guerra e per la democrazia e per la legalità”, è la presa di distanza di Di Maio che conferma l’allergia del Movimento a qualsiasi endorsement a leader stranieri: “al ballottaggio in Francia non abbiamo preferenza, chi vince sarà il nostro interlocutore”.

E davanti alla platea di professori dell’East Coast, Di Maio attenua anche le posizioni del M5S sull’Ue. Un “dibattito sulla permanenza nell’euro è imprescindibile”, è la premessa che si legge nel suo intervento nel quale, tuttavia, si precisa come il M5S “non sia una forza politica contraria all’Ue” ma ambisce a renderla un’unione di cittadini e non di lobby e protezionismo”.

Nessun accenno – voluto, a quanto si apprende – sui vaccini mentre a finire nel mirino del Pd è il post su Facebook che l’esponente M5S pubblica da Boston (preannunciando “un’intervento”) con un apostrofo di troppo: “va ad Harvard e non rispetta la grammatica italiana”, è la frecciata di Andrea Marcucci.

A Roma, nel frattempo, il M5S accelera sul programma e presenta quello sui Trasporti. “Noi interpelliamo sempre gli elettori. Queste sono le nostre primarie che si contrappongono a quelle una tantum del Pd”, sottolinea Roberto Fico ricordando come anche Davide Casaleggio, nella lettera al Corsera, aveva dato l’autunno come ‘timing’ per la squadra di governo.

Una squadra che il M5S vorrebbe annunciare alla kermesse ma in vista della quale i nodi da sciogliere restano diversi, anche sul fronte parlamentare. E con quella regola del doppio mandato sulla quale, almeno per i consiglieri comunali, i Cinque Stelle oggi sono meno rigidi: “potrebbe essere rivista”.

(di Michele Esposito/ANSA)