Ambasciatore della Grecia: “Fiducia nell’Europa nonostante tutto”

L'ambasciatore greco in Italia Themistoklis Demiris durante il forum Ansa, Roma, 3 maggio 2017. ANSA/ ETTORE FERRARI
L’ambasciatore greco in Italia Themistoklis Demiris durante il forum Ansa, Roma, 3 maggio 2017. ANSA/ ETTORE FERRARI

ROMA. – In Grecia “c’è ancora fiducia nell’Europa. Meno ampia di quella di qualche anno fa ma la maggioranza dei cittadini continua a credere nell’Ue perché ha capito che non c’é alternativa”. Lo spiega l’ambasciatore greco in Italia, Themistoklis Demiris, che ha partecipato ad un forum all’ANSA nel quale sono stati toccati tutti i grandi temi dell’attualità internazionale, dallo stato di salute dell’Ue, alle migrazioni, all’intesa tra Atene ed i creditori che sembra mostrare per la prima volta dopo questi bui anni di crisi “una luce in fondo al tunnel”.

“Sono tutti pronti a sottolineare gli errori – ha detto il diplomatico, che a fine mese terminerà il suo mandato a Roma – ma questo non si è trasformato in un’onda di spinta ad uscire dall’Europa. C’è un sentimento generale in Grecia sul fatto che l’Europa non ha voluto capire tutte le dimensioni del problema e non tutta la leadership ha dimostrato quella sensibilità che i greci si aspettavano. Questa Europa non ha avuto il coraggio di dire ‘no’ a politiche che sin dall’inizio si capiva non potessero risolvere i problemi greci ma – ha ribadito l’ambasciatore – il popolo ha capito che i valori e le garanzie per un livello di vita prospera o sicura vengono dall’Europa”.

“Dobbiamo credere che ci sia finalmente luce in fondo al tunnel”, perché altrimenti la situazione peggiorerebbe ancora, sottolinea Demiris: “Abbiamo bisogno di credere nel futuro. Con queste misure, che non sono facili, abbiamo guadagnato un po’ di spazio forse per convincere tutti che c’è una possibilità di fare investimenti e di creare una nuova situazione in Grecia”.

“Il fatto positivo – ha proseguito – è la stabilità politica nel Paese. Tutti sanno che le elezioni non avranno luogo prima del 2019 e ora abbiamo un governo di sinistra che può controllare la situazione e le reazioni popolari. Abbiamo uno spazio che permette di essere ottimisti. Il costo sociale e politico arriverà forse dopo il 2019, quindi c’è la possibilità al momento di attrarre più investimenti”.

E parlando di Europa, l’ambasciatore dice che molti in Grecia sono favorevoli a una presidenza Macron in Francia, perché “credono che con lui si può avere una nuova leadership in Europa, rafforzando” l’asse con la Germania che è mancato sotto la presidenza Hollande. E infine, il capitolo migrazioni.

“L’Europa ha sostenuto abbastanza Italia e Grecia nella crisi delle migrazioni? Si potrebbe facilmente dire di no, ma in realtà non è tanto un problema causato dalle istituzioni europee, ma dai governi di quei due, tre o quattro paesi che non hanno voluto cooperare”.

Demiris, riferendosi alla polemica italiana sulle ong, dice che “anche in Grecia abbiamo avuto un dibattito simile, soprattutto nel momento in cui gli sbarchi erano migliaia e quotidiani… in queste occasioni abbiamo visto un’attitudine di alcune ong a giocare con i sentimenti”. Ciò nonostante, “non abbiamo mai accusato nessuna ong di aver legami con la mafia, e ritengo che non sia giusto accusare senza prove”.

A conclusione dei suoi quattro anni in Italia, Demiris fa anche qualche riflessione sui politici con cui ha interagito: “Matteo Renzi è un leader carismatico – dice – ha un futuro politico europeo. Ha tutte le carte per non passare inosservato”. Ma, aggiunge, “in alcuni settori è più facile cooperare con Paolo Gentiloni, con il quale abbiamo avuto molti rapporti mentre era ministro degli Esteri”.

“Abbiamo avuto un buon rapporto con Angelino Alfano agli Interni. E una grande cooperazione con il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amedola e con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per gli Affari Ue, Sandro Gozi: sono entrambi grandi europeisti. Gozi è un europeista tra i più convinti per la sua età: ha grande esperienza, crede nell’Europa e tutti noi abbiamo bisogno di una nuova leadership che, riconoscendo gli errori del passato, dia un moto nuovo all’Unione”.

(di Patrizio Nissirio/ANSAmed)