Uccisero un nero in Louisiana, niente accuse per gli agenti

NEW YORK. – “Fa male”. E’ il commento a caldo della famiglia di Alton Sterling sulla decisione del ministero di giustizia americano: quella di non procedere all’incriminazione dei due agenti bianchi che lo scorso 5 luglio a Baton Rouge, in Louisiana, uccisero l’uomo, un afroamericano di 37 anni, dopo aver risposto ad una chiamata che segnalava la presenza di una persona armata con una pistola. “Non è giusto – continuano – che Dio abbia misericordia”.

Sterling, padre di cinque figli, vendeva cd per strada quando rimase vittima della polizia. La sua morte fu ripresa dagli smartphone di alcuni passanti e nelle immagini cruente si vede come, dopo aver iniziato una lite, gli agenti sparano a bruciapelo lasciando Alton per terra sanguinante. Dopo la sua morte in tutto il Paese si scatenarono una serie di proteste contro la polizia violenta nei confronti della comunità afro-americana.

I due poliziotti, identificati come Blane Salamoni e Howie Lake II, furono sospesi. Vista la delicatezza del caso e per il timore del degenerare delle proteste razziali, a differenza di altre sparatorie, le autorità locali non si occuparono delle indagini ma demandarono tutto alle autorità federali.

Le decisione da parte del ministero di giustizia di non condannare i due agenti è la prima di alto profilo a livello razziale sotto l’amministrazione Trump. Durante la campagna elettorale il tycoon aveva sottolineato la necessità di riportare l’ordine nelle comunità americane dando quindi più potere alla polizia.

Un altro agente resterà impunito anche a Dallas in Texas. Per lui solo un licenziamento. A rimetterci la vita questa volta Jordan Edwards, un 15/enne di colore ucciso la settimana scorsa mentre si allontanava a bordo di una vettura con altri adolescenti dopo essere stati ad una festa. Inizialmente l’agente aveva detto di aver sparato perché il ragazzo si stava avvicinando con l’auto verso la pattuglia della polizia ma poi le videocamere dei poliziotti hanno mostrato il contrario.

La famiglia del ragazzo ha invece chiesto che l’agente sia incriminato, mentre su social media è diventata virale l’hashtag #jordanwards con il quale si paragona la morte del 15/enne ad altre uccisioni di giovani afroamericani da parte di poliziotti, tra queste quella del 12/enne Tamir Rice ucciso a Cleveland in Ohio nel 2014 solo perché brandiva una pistola giocattolo

(di Gina Di Meo/ANSA)

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