Nuovo rinvio per la legge elettorale, in attesa di Renzi

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Un momento alla Camera ANSA/GIUSEPPE LAMI
Un momento alla Camera durante l’esame della proposta di legge sul ”testamento biologico”, Roma, 4 aprile 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Un asse costituito da Pd, Fi e Ap chiede il rinvio di sette giorni della presentazione del testo base della legge elettorale. Slittamento che mette in agitazione i piccoli partiti della maggioranza di governo (Mdp e gli altri alleati centristi) timorosi di restare esclusi da un accordo Pd-Fi, dopo che la proposta del modello tedesco lanciato martedì dai dem aveva suscitato interesse in loro, oltre che nella Lega. Quest’ultima, con Matteo Salvini, ha addirittura lanciato l’idea di un decreto per approvare la legge elettorale, ipotesi inizialmente apprezzata dai Dem, ma tramontata in giornata, anche perché considerata una sfida al Quirinale.

In commissione Affari costituzionali della Camera Fi, con Francesco Paolo Sisto, ha chiesto il rinvio della presentazione del testo base, che il relatore e presidente Andrea Mazziotti avrebbe dovuto depositare domani. Subito Emanuele Fiano del Pd e Dore Misuraca di Ap hanno appoggiato la richiesta, con M5s che non ha fatto le barricate, sperando che una breve dilazione consenta poi di marciare più spediti.

E così potrebbe essere, nel senso che sono iniziati i primi contatti per capire in cosa consiste esattamente la proposta Dem del modello tedesco. Si tratterebbe propriamente del Mattarellum modificato, con 50% dei deputati eletti in collegi uninominali e 50% in listini proporzionali (nella legge Mattarella il riparto era 75%/25%). Una proposta a cui Fi ha manifestato interesse, e a cui in commissione hanno dato l’appoggio Des-Cd, i Civici e il gruppo Misto con Gianluigi Gigli, Domenico Menorello e Pino Pisicchio.

Se si aggiungono i voti di Ap, Lega, Ala e Svp, si avrebbe una ampia maggioranza sia alla Camera che al Senato. Ma dei contenuti oggi non si è parlato e in casa Dem nessuno si sbilancia. Si attende l’Assemblea nazionale del Pd, domenica, che dovrà ufficializzare l’elezione di Matteo Renzi alla segreteria. Qui lo stesso Renzi dovrebbe essere esplicito sui contenuti.

“Trovo normalissimo – ha detto il relatore Mazziotti a cui spetta il compito di presentare il testo base – che ci siano interlocuzioni anche fuori dal Parlamento; l’importante è che poi il dibattito si trasferisca in Commissione”. Che i partiti si studino lo dimostra l’uscita di Salvini: “Basta perdite di tempo, il Governo deve portare subito in Parlamento la legge elettorale, anche con decreto: noi siamo disponibili a votargliela”.

Il capogruppo Dem, Ettore Rosato ha espresso “apprezzamento” per “l’apertura” della Lega, e per il pomeriggio è sembrato che davvero si potesse pensare a una legge elettorale per decreto. Idea respinta dagli altri partiti di opposizione, Fi e M5s e da Mdp. Ma la legge elettorale per decreto sarebbe anche una sfida al Quirinale, che deve controfirmare i decreti, dato che la legge esclude questa possibilità (legge 400 del 1988 all’articolo 15).

Alcuni costituzionalisti sostengono che sarebbe possibile a fine legislatura per armonizzare le leggi di Camera e Senato se il Parlamento non avesse fatto nulla. Ma non si è in questa situazione. O almeno, non ancora.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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