Di Maio “torchiato” dalla platea di Harvard, difende M5S

Luigi Di Maio ad Harvard (Ansa)
Luigi Di Maio ad Harvard (Ansa)

BOSTON. – Luigi Di Maio negli Usa. Non ancora a Washington, ma a Boston. Ad Harvard, tra chi la politica la studia. E sono i ‘best and brightest’ (i migliori e più brillanti) a mettere sotto esame il presidente della Camera , con un fuoco di fila di domande, sollecitazioni, richieste di chiarimenti, qualche accusa e anche un’impennata di tono ma subito placata.

Dall’Euro ai vaccini. Dai fondi per la Nato alle prospettive di governo. E con l’emergere uno ad uno di quei nodi nevralgici che scandiscono l’attualità politica italiana i toni si fanno accesi. Di Maio risponde fermo e risoluto, e si difende quando l’attacco diventa frontale.

Mario Fittipaldi, 35 anni, cardiochirurgo pediatrico che vive e lavora in Nuova Zelanda contesta la limitata preparazione dei rappresentanti del movimento ricordando a Di Maio che “non ha finito l’università”. “Come pretendete di lavorare senza preparazione o strumenti intellettuali?” incalza, spiegando di essere particolarmente colpito nel sentire affermazioni come quelle sui vaccini: “mi chiedo sulla base di quale preparazione”.

Ma Di Maio non ci sta: “Visto che quelli preparati hanno ridotto il Paese in queste condizioni non c’è il tempo per riuscire ad organizzarsi con lentezza e per questo molti di noi hanno lasciato la loro normale vita per tentare di cambiare le cose. Io gli esperti li ho visti già all’opera e abbiamo visto in che condizioni è l’Italia”.

Prima però c’era anche stato l’accorato appello di uno studente francese a preservare l’unità dell’Europa, un intervento duro e una domanda chiara: “Vuole passare alla Storia come il David Cameron italiano? ‘United we stand, divided we collapse!” – su cui è scattato anche un applauso.

Di Maio non si sottrae, risponde dice che l’Europa la vuole più democratica, ricorda uno per uno i punti fissi del Movimento, che però – qualcuno nota – “vanno forse cambiando”. Evidentemente non basta, per uno degli studenti che contesta, di basarsi su teorie complottiste. E menziona le ‘fake news”, fa paralleli con i fascismi. La domanda però non arriva e allora il moderatore fa girare il microfono. Perché qui, ad Harvard, la regola è questa: “si fanno domande non microcomizi”. I docenti apprezzano.

Il professor Archon Fung, professore di scienze politiche che ha moderato l’evento organizzato dall’Ash Center For Democratic Governance and Innovation, ne sottolinea all’ANSA l’importanza per il mondo accademico, “per avere una prospettiva globale che a volte ci manca, perché perfino le istituzioni accademiche sono polarizzate, come il resto della società”.

Per questo era partito l’invito a Di Maio, dopo un appello all’apertura da parte del preside della facoltà: dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni “dobbiamo parlare con tutti”, aveva sensibilizzato con una mail.

Quella di Harvard è la tappa chiave della due giorni di Di Maio nell’East Coast. Una ‘missione’ che accredita il vice presidente della Camera come super-favorito per la candidatura alla premiership. E che trova a Roma la piena solidarietà di Roberto Fico. “Il M5S non è una forza populista conservatrice di destra, come qualche professore dice”, twitta il capogruppo M5S riferendosi alle parole del moderatore all’Ash Center.

(dell’inviata Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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