Google paga 306 milioni e fa pace con il fisco

MILANO. – Con un maxi versamento da 306 milioni di euro Google fa pace con il fisco italiano e chiude tutte le pendenze tributarie andando a sanare anche situazioni che si riferiscono a 15 anni fa. E’ l’esito dell’accordo siglato dai legali del gruppo di Mountain View con l’Agenzia delle Entrate e che probabilmente avrà effetti anche sull’inchiesta penale sulla presunta evasione fiscale, aperta due anni fa e chiusa nel febbraio dello scorso anno a carico di 5 manager.

L’accordo tra Google e l’Agenzia delle Entrate segue quello del dicembre 2015 tra Apple e la stessa Agenzia con il colosso di Cupertino che, in quel caso, versò più o meno la stessa cifra, 318 milioni di euro.

La Procura di Milano, guidata da Francesco Greco, negli ultimi anni sta portando avanti o ha già chiuso sul piano penale (mentre in parallelo corre quello tributario) tutta una serie di procedimenti per evasione fiscale sui colossi del web, tra cui Google e Apple appunto, ma anche su Amazon e Facebook.

Nel febbraio 2016, il pm Isidoro Palma aveva tirato le fila dell’ inchiesta che riguardava il motore di ricerca che era accusato, secondo i calcoli del Nucleo tributario della Gdf, di aver sottratto all’Erario tra il 2009 e il 2013 redditi imponibili per circa 227 milioni di euro.

Le cifre poi contestate nell’atto di chiusura indagini a carico di 5 manager, però, sono diverse da quelle accertate dalla Gdf. Nell’atto firmato dal pm Palma, infatti, si faceva riferimento a 98,2 milioni di euro di imponibili Ires (l’imposta sui redditi d’impresa) non dichiarati nel quinquennio considerato e non ai 227 milioni.

L’accordo raggiunto sotto il profilo tributario potrebbe avere effetti anche sull’inchiesta penale chiusa ormai da tempo, come avvenne per Apple. In quest’ultimo caso, infatti, il procedimento penale si è poi chiuso con un manager della sede irlandese che ha patteggiato una multa, mentre altre due posizioni sono state archiviate.

Sull’intesa si è espresso anche il ministro dell’ Economia Pier Carlo Padoan: “segnala la necessità di lavorare nella direzione di un regime più stabile, chiaro, trasparente e implementabile”. Proprio per questi motivi Padoan si è detto “disponibile a riflettere concretamente su quanto si può fare intanto a livello nazionale” in materia di ‘web tax’, in attesa di accordi internazionali.

Per il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, intanto, l’operazione con Google “rappresenta un passo avanti fondamentale nella strategia di lungo periodo che stiamo perseguendo grazie a un grande lavoro di squadra” con la Gdf e la Procura guidata da Francesco Greco. Orlandi, tra l’altro, ha evidenziato che si è aperto anche “un dialogo con Google che si è impegnata ad attivare una procedura di ‘ruling’ (Apa), secondo le regole Ocse, per tassare i proventi prodotti” in Italia. Non solo, dunque, il maxi risarcimento ma anche le regole da seguire per il futuro.

Il motore di ricerca, dal canto suo, ha chiarito di aver aderito al cosiddetto ‘accertamento con adesione’ “per risolvere senza controversie le indagini relative al periodo tra il 2002 e il 2015”. In aggiunta alle tasse già pagate in Italia per quegli anni, ha spiegato un portavoce, la multinazionale “pagherà altri 306 milioni di euro”. E di questi “oltre 303 milioni sono attribuiti a Google Italy e meno di tre milioni a Google Ireland”.

L’accordo raggiunto sotto il profilo tributario, a cui hanno lavorato per Google i legali dello studio BonelliErede e in particolare l’avvocato Stefano Simontacchi, potrebbe avere effetti anche sull’inchiesta penale chiusa ormai da tempo, come avvenne per Apple.

(di Igor Greganti/ANSA)

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