Argentina: sconto di pena per i delitti di lesa umanità, è bufera

BUENOS AIRES. – La Corte Suprema argentina ha concesso una riduzione di pena a un ex paramilitare condannato a 13 anni di carcere per delitti di lesa umanità commessi durante la dittatura militare (1976-83), una decisione che è stata respinta dai gruppi di difesa dei diritti umani e questionata dal governo di Mauricio Macri. La polemica decisione – sulla quale l’Alta corte si è divisa, con tre magistrati a favore e due contro – si riferisce al caso di Luis Muna, che ha scontato 9 anni della sua condanna per aver partecipato nel sequestro e la tortura di cinque persone nel 1976, ma potrebbe creare un precedente applicabile anche in altri casi.

La responsabile dell’associazione Madri di Plaza de Mayo – Linea Fondatrice, Nora Cortinas, ha definito “aberrante” l’iniziativa della Corte Suprema, mentre l’attivista per i diritti umani e Premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel ha detto che la riduzione di pena “è un principio che si applica per i delitti comuni, che sono molto diversi da quelli di lesa umanità”.

Da parte sua Estela de Carlotto, leader delle Nonne di Plaza de Mayo, ha accusato il governo di Macri di essere il responsabile della decisione, sottolineando che “questa amministrazione ci sta distruggendo, non solo economicamente ma anche dal punto di vista della morale e della coscienza civica”.

E il ministro della Giustizia, German Garavano, pur osservando che le sentenze della Corte Suprema vanno rispettate perché è la “massima istanza legale”, ha segnalato che “ho sempre considerato lo sconto della pena, in questo caso e in ogni caso, come una delle iniziative più perverse che sia stata adottata in materia criminale nel nostro paese”.