Difesa delle Ong: “Sì alla trasparenza, ma basta sospetti”

ROMA. – L’accusa di fare da ‘taxi agli scafisti’, i sospetti sui finanziamenti, l’ipotesi che fungano da fattore di attrazione per i disperati. Da due mesi le Ong che caricano a bordo delle proprie navi i migranti salpati dalla Libia sono nell’occhio del ciclone. “Un processo mediatico contro chi ha creduto che salvare delle vite fosse un gesto necessario di umanità”, si è scagliato in loro difesa il direttore della Caritas, monsignor Francesco Soddu, per il quale “le accuse, spesso non circostanziate”, appaiono un pretesto per distogliere l’attenzione dal vero problema: manca una soluzione politica. P

er questo, aggiunge, “se il retro pensiero è arrivare a rinunciare alle attività di soccorso per evitare che queste persone raggiungano il nostro Paese è bene che lo dicano apertamente. Meglio un dibattito aperto che un’ipocrisia istituzionale. Ad oggi infatti non abbiamo ancora ascoltato proposte alternative”.

Le Ong, alcune delle quali avevano già ventilato la possibilità di azioni legali a tutela della propria immagine, si difendono in una conferenza stampa al Senato, convocata con Emma Bonino e Luigi Manconi. “Ben venga la trasparenza, non ci sono zone franche, ma questo non significa alimentare un clima di sospetto su un’attività che con tanto impegno stanno facendo le Ong e la Guardia Costiera”, dice Raffaella Milano, che dirige Save the Children Italia.

Secondo Medici senza frontiere, con il direttore Loris De Filippi, “il problema è l’incapacità e l’impossibilità per l’Italia di fare accoglienza senza nessuna solidarietà da parte degli Stati Ue. Si colpisce l’anello debole come le Ong che sono indifese politicamente”, ma aggiunge “paghiamo Frontex 250 milioni l’anno, possibile che non ci riesca a mettere in piedi un soccorso in mare europeo? Noi torneremmo volentieri a fare quello che facevamo in giro per il mondo”.

Più volte lo stesso procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, dalle cui affermazioni la polemica politica è partita, ha ‘salvato’ dal mucchio le due storiche organizzazioni, ritenendo certi e comprovati i loro meriti. “Assistiamo a dichiarazioni e accuse giornaliere”, fa invece notare il capo missione della spagnola Proactiva-Open Armas, Riccardo Gatti, da mesi ma “nessuno ci ha portato in tribunale. Ho capito che l’obiettivo era minare l’immagine delle Ong perché sparissimo dalla zona”.

Uguale il ragionamento del senatore Manconi, che parla di “sospetti malevoli”, disancorati dalle prove: “Dove sta il reato? Qual è la colpa?”. “Tutto questo – secondo Bonino – manipolato politicamente, serve a non affrontare un problema serio che non ha soluzioni semplici”: la “totale rimozione del problema del salvataggio, dell’accoglienza e dell’integrazione”.