La spesa per i consumi sale, ma la spinta arriva dall’inflazione

ANSA / ALESSANDRO DI MEO
ANSA / ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Il ritorno dell’inflazione gonfia la spesa per i consumi. Le vendite al dettaglio segnano nel primo trimestre dell’anno l’aumento maggiore da oltre sei anni, a partire dalla fine del 2010, con un +0,7% in valore. I dati Istat mostrano che le famiglie spendono di più, ma per comprare la stessa quantità di prodotti. I volumi acquistati crescono infatti di un quasi impercettibile 0,1%.

A spingere è soprattutto l’esborso per l’acquisto di beni alimentari (+0,6%), dovuto ai super rincari di inizio anno quando, a causa del maltempo, la verdura ha visto aumenti che hanno toccato a febbraio il record del 37,2%. Le associazioni dei consumatori, come Codacons, Federconsumatori, Adusbef e Unc, e delle imprese sono unanimi, per una volta, nella lettura dei dati: le vendite restano al palo.

Confcommercio sottolinea che ci sono ancora oltre dieci punti percentuali da recuperare per tornare ai livelli del 2010. Confesercenti teme che l’aumento dei prezzi possa frenare ulteriormente i consumi, mentre Federdistribuzione indica che ha avuto un effetto negativo sui dati di marzo anche la Pasqua, caduta quest’anno ad aprile.

A marzo, del resto, le vendite sono rimaste ferme in valore rispetto a febbraio e hanno perso lo 0,4% rispetto al 2016. Le maggiori difficoltà hanno colpito i prodotti alimentari, con un calo dell’1,8% nei dodici mesi, e la grande distribuzione.

Per una volta, i piccoli negozi hanno battuto quelli grandi e mantenuto vendite stabili rispetto allo scorso anno mentre gli ipermercati perdevano il 3,2% e i supermercati l’1,3%. Risultavano in aumento gli scontrini solo per i discount (+1,2%) e per i grandi store specializzati in prodotti non alimentari (+0,4%).

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