Tra i migranti sbarcati a Salerno anche una piccola bara

ROMA. – In 991 sono sbarcati sani e salvi nel porto di Salerno, solo uno non ce l’ha fatta: un bambino di meno di tre anni è arrivato morto e per lui è pronta una piccola bara bianca che ne accoglie le spoglie. L’ennesimo sbarco di migranti e profughi sul suolo italiano colpisce non solo per il numero – quasi mille persone tra uomini (701), donne (118) e minori (172) – ma anche per quella piccola vita che non è riuscita a traversare indenne il mar Mediterraneo.

Non si conoscono ancora la nazionalità del bambino e le cause del suo decesso, che saranno chiarite dall’autopsia: al momento si sa soltanto che per lui sono già pronti un pantaloncino blu, una maglietta bianca e delle scarpette da ginnastica color del mare. Il piccolo verrà sepolto nel cimitero di Salerno, se l’ambasciata di appartenenza non richiederà il corpo.

“È una situazione di assoluto dolore – ha detto il sindaco della città campana, Vincenzo Napoli – di fronte alla quale nutriamo il massimo rispetto. Noi facciamo quanto possiamo fare e lo facciamo con il cuore. Salerno fa la sua parte sempre e sicuramente ci saranno altri sbarchi. Noi siamo pronti, ma tutti debbono farsene carico in maniera globale”.

“Ogni volta che qualcuno muore in mare è il più grande fallimento per tutti noi, perché non abbiamo saputo dare loro un’alternativa al viaggio tremendo che hanno affrontato in cerca di un futuro” commenta all’ANSA Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia.

Secondo i dati dell’organizzazione, che partecipa con una sua nave ai salvataggi in mare e col suo staff a terra all’accoglienza dei minori, una su quattro tra le più di 1.200 persone morte o che risultano disperse dall’inizio dell’anno nel Mediterraneo centrale potrebbe essere una donna o un bambino.

“Anzi, forse potrebbero essere molti di più – spiega Neri – visto che sono proprio loro a essere in maggiore difficoltà quando le imbarcazioni si rovesciano o affondano. Anche tra le persone soccorse in mare negli ultimi 3 giorni dalla nave di Save the Children sbarcata ieri a Vibo Valentia c’erano decine di adolescenti soli, 40 donne in stato di gravidanza e bambini anche piccolissimi, tra cui uno nato da appena una settimana”.

Tra le persone a bordo della nave norvegese Siem Pilot sbarcata oggi a Salerno vi era anche un ragazzo della Nuova Guinea ferito lievemente da un’arma da fuoco quando si trovava ancora in Libia. Il fatto sarebbe avvenuto quindici giorni fa, prima che si imbarcasse e a ferirlo sarebbe stato uno scafista, rimasto però in patria.

Al momento la Squadra Mobile sta lavorando per ricostruire la dinamica dell’episodio, così come sta sentendo alcune persone di nazionalità libica, siriana, nigeriana e cambogiana. Per ora non risultano persone fermate né scafisti, ma il lavoro è lungo e complesso anche per il numero dei migranti arrivati.