Mattarella: “Basta intolleranze, i migranti sono un’opportunità”

Il Presidente Sergio Mattarella con la Vice Presidente della Repubblica e Presidente del Senato, Gabriela Michetti e il Presidente della Camera dei Deputati, Emilio Monzò al Congreso de la Naciòn (Foto, Ufficio stampa del Quirinale)
Il Presidente Sergio Mattarella con la Vice Presidente della Repubblica e Presidente del Senato, Gabriela Michetti e il Presidente della Camera dei Deputati, Emilio Monzò al Congreso de la Naciòn (Foto, Ufficio stampa del Quirinale)

BUENOS AIRES. – Mettere fine alle ciniche “intolleranze” di fronte alle immani tragedie di emigrazione. I migranti – e l’esempio dell’Argentina “dovrebbe illuminarci anche oggi” – possono essere una “fonte di opportunità, di progresso, di crescita sociale”. Sergio Mattarella, dopo due giorni passati a Buenos Aires a stretto contatto con i tantissimi italo-argentini (ben 20 milioni) frutto di un’emigrazione in parte programmata, certamente riuscita, non ha esitazioni nell’attaccare frontalmente “nazionalismi antistorici” e “inutili protezionismi” commerciali. Ma soprattutto rilancia con forza il dibattito sull’emigrazione.

E’ un tema che ha fatto da carburante ai movimenti populisti europei, che oggi però subiscono una battuta d’arresto per la quale anche Mattarella tira un respiro di sollievo: “Non faccio riferimento ai movimenti italiani. Però come cittadino europeo posso dire che in Europa il fenomeno è andato incontro a diverse delusioni ed è in regressione”.

L’analisi che fa del fenomeno migratorio è senza chiaroscuri: “Viviamo tempi nei quali le questioni migratorie assumono nuovamente enorme rilevanza. I mezzi di comunicazione – ha detto incontrando in nottata la comunità italiana di Baires – portano alla nostra attenzione immani tragedie, in cui i temi della solidarietà e della dignità della persona, si scontrano, prima ancora che con preoccupazioni legate alla sicurezza, con intolleranza, discriminazioni e diffusa incapacità di riuscire a comprendere ciò che è in atto, ciò che sta accadendo nel mondo”.

Il ritardo di comprensione, per il presidente della Repubblica si riverbera pericolosamente, nei crescenti nazionalismi e nelle inutili e antistoriche pulsioni protezioniste.

Ma è nel suo discorso al Congresso argentino, riunito eccezionalmente a Camere riunite, che Mattarella scarica con maggior forza i suoi richiami a una società che sembra aver perso di vista valori fondamentali: “La Repubblica italiana, all’art.35 della Costituzione, ha voluto riconoscere espressamente il valore dell’emigrazione”, ricorda il capo dello Stato.

Mattarella rilancia la storia argentina come modello dell’oggi: nel paese sudamericano “con apertura si è guardato al fenomeno migratorio quale fonte di opportunità, di progresso, di crescita sociale. Un esempio che dovrebbe illuminarci anche oggi”.

Questa missione in Argentina, che poi passerà per un Paese altrettanto “italiano” come l’Uruguay, non può prescindere dal nodo dell’emigrazione, tenendo conto che anche oggi l’Argentina rientra tra i cinque Paesi più gettonati dai giovani italiani in cerca di una vita diversa.

Per questo Mattarella ha ricordato più e più volte che qui “ai nostri connazionali migranti sono state aperte le porte con fiducia, generosamente, dando a molti la possibilità di migliorare la propria condizione e di poter tornare in Patria o decidere di divenire parte integrante di una nuova e fiera Nazione. E’ una eredità preziosa, che Argentina e Italia sanno di dover preservare e valorizzare”.

Certamente, ha sottolineato il presidente, i nostri milioni di migranti non solo hanno rappresentato il primo vero esempio di “identità nazionale” ma hanno anche operato “con lealtà completa” nei confronti del Paese che li ha accolti. Una lealtà che non sempre si osserva nei recenti flussi migratori in Europa.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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