Il Senato celebra le vittime del terrorismo. Polemiche dei parenti

ROMA. – Lo Stato ricorda nell’Aula del Senato le vittime del terrorismo nell’anniversario del ritrovamento del cadavere di Moro in via Caetani, ma il filo che legga i parenti di chi ha perso la vita negli anni di piombo e le istituzioni ha rischiato di rompersi. Solo all’ultimo le Associazioni dei familiari delle vittime hanno rinunciato alla decisione di non partecipare alla solenne cerimonia per protesta contro alcune inadempienze.

Pietro Grasso ne ha parlato durante il suo intervento : “La preparazione delle celebrazioni di quest’anno è stata difficoltosa e siete stati più volte costretti a richiamare alle proprie responsabilità di trasparenza e impegno le Istituzioni. Anni di delusioni, intollerabili omissioni, ritardi nell’applicazione di leggi già emanate e ingiustificabili reticenze hanno logorato molti iscritti alle vostre associazioni a tal punto di prendere in considerazione l’ipotesi di non partecipare a questa giornata. Sarebbe stata una sconfitta per tutti”.

Grasso ha girato nelle scorse settimane le richieste delle Associazioni ai ministeri competenti e qualcosa si è smosso. Gli impegni riguardano la piena applicazione della Direttiva Renzi sulla pubblicazione degli atti e documenti riguardanti stragi e terrorismo. l’applicazione della legge 206 sugli interventi per i familiari delle vittime del terrorismo e la digitalizzazione degli atti e procedimenti giudiziari di rilevanza nazionale (oggi sono stati consegnate all’Archivio di Stato 200mila pagine sull’omicidio Pecorelli).

Il protocollo firmato con il Ministero dell’Istruzione promuove la collaborazione per sviluppare percorsi educativi e iniziative volte ad assicurare una più approfondita conoscenza dei fenomeni terroristici nella storia d’Italia e a conservare tra i giovani la memoria di tutte le vittime del terrorismo e delle stragi.

In particolare, saranno istituite borse di studio affinché le Università possano svolgere un lavoro di analisi dei documenti desecretati dalla Direttiva Renzi. Proprio la legge 206 e la sua applicazione ha dato spunto a Maria Fida Moro di annunciare l’abbandono delle manifestazione da parte sua e del figlio Luca.”Mio figlio ed io diserteremo ogni celebrazione ufficiale fino a quando non sarà applicata correttamente e pienamente la legge 206 del 3 agosto 2004 in favore delle vittime del terrorismo anche per mio padre Aldo Moro” scrive la figlia primogenita dello statista ucciso dalle Brigate rosse.

“Quale sia la valenza di questa disapplicazione non è noto. Mio padre non è vittima? Oppure non è vittima del terrorismo? Il che aprirebbe scenari apocalittici. Giro il quesito a chi di dovere”. La legge prevede una sostegno economico per i familiari delle vittime dei terroristi: Maria Fida un intervento del Parlamento per sbloccare le questioni burocratiche che le impediscono di accedere ai benefici. Comunque in Aula al Senato c’era l’altra figlia di Aldo Moro e molti altri familiari di nomi che hanno segnato la storia del terrorismo in Italia. E la concomitanza della festa dell’Europa ha fatto incrociare temi di ieri e problemi di oggi, a cominciare dalla lotta al terrorismo internazionale.

Di fatto la celebrazione ha attraversato quasi 70 anni di storia italiana: dall’indipendentismo del Nord-est della fine degli anni Cinquanta, agli anni di piombo, fino all’ondata di attentati jihadisti degli ultimi anni. Una memoria “lunga” che Mario Calabresi ha definito “da curare” per difendere le nostre istituzioni democratiche:

“Viviamo in un paese che ha gravi problemi di manutenzione e che avrebbe bisogno di un costante lavoro di attenzione e di ricucitura delle sue parti, anche la memoria ha bisogno di manutenzione perche’ la memoria e’ una questione del Paese e non e’ una questione privata dei familiari delle vittime”.

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