Il M5S incalza il Pd sui vitalizi. Dem d’accordo ai tagli

Vitalizi M5s
Scatta "vitalizio day", protesta del M5s

ROMA. – I 5 stelle incalzano il Pd sui vitalizi degli ex parlamentari e consiglieri regionali: siamo pronti, fanno sapere, a votare la proposta del deputato Dem Matteo Richetti (deputato Dem). E per raggiungere questo obiettivo, spiega la portavoce M5S alla Camera Roberta Lombardi, “siamo disposti ad accantonare la pdl a mia prima firma” e a portare avanti quella dei Democratici, “lasciandogli anche il ruolo di relatore”.

La palla quindi, come evidenzia il presidente della commissione Affari costituzionale Andrea Mazziotti, passa al Pd, che però “dice no a prese in giro”. Impossibile per ragioni di timing, spiega lo stesso Richetti, arrivare a incassare l’ok di entrambi i rami del Parlamento entro la fine della Legislatura: ormai – è il ragionamento – si può procedere solo con le delibere degli uffici di presidenza di Camera e Senato. Tra l’altro, proprio a Palazzo Madama è convocata per domani una riunione su questi temi.

Secondo i pentastellati invece sarebbe addirittura possibile far approdare il provvedimento in Aula già il 23 maggio, giorno in cui è stata calendarizzata la loro proposta di legge, a firma proprio Lombardi, sulle indennità parlamentari.

Il M5s è disposto “a cedere volentieri – spiegano i deputati 5 stelle della commissione – la quota riservata all’opposizione per le proposte da far arrivare in Aula, purché si arrivi al più presto al drastico e concreto taglio dei vitalizi per i parlamentari attuali ed ex, in modo da superare la farsa del provvedimento adottato dall’Ufficio di Presidenza della Camera”.

Ipotesi tecnicamente infattibile, è però la replica dei Democratici.

Se in Parlamento M5S e Pd non trovano il terreno comune per un’intesa, a livello regionale il quadro è però diverso: con un asse trasversale infatti l’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato il progetto di legge del Partito Democratico che ridimensiona i vitalizi per gli ex consiglieri regionali.

La nuova norma prevede l’innalzamento dell’età per il vitalizio (dagli attuali 60 all’età della ‘normale’ pensione di vecchiaia dei lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni), la non cumulabilità con istituti analoghi e una riduzione, a scaglioni, degli importi.

(di Chiara Scalise/ANSA)