Usa: Oglala Lakota, la contea dove si muore più giovani

NEW YORK. – Oglala Lakota County: la contea negli Usa dove si muore più giovani. Poco più di 66 anni è la durata media della vita prevedibile alla nascita in questa contea del South Dakota popolata in maggioranza da discendenti di Toro Seduto, quasi 20 anni in meno che nella Summit County in Colorado dove un bambino nato oggi ha una aspettativa di vita di oltre 85 anni.

Uno studio pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine ha scoperto che in molte parti degli Usa l’esistenza pronosticabile alla nascita è in diminuzione rispetto a 30 anni fa, con una perdita in alcune regioni di addirittura due anni di vita tra 1980 e 2014.

Oglala Lakota County in South Dakota – 44 per cento degli abitanti sotto la soglia della povertà – è l’epicentro, ma poi ci sono Union County in Florida (67,6 anni), Todd County in South Dakota (68,5), Sioux City, North Dakota (68,6) e Buffalo County, South Dakota (69). Il calo più forte nell’aspettativa di vita è stato registrato nella Owsley County del Kentucky, calata da 72,4 anni nel 1980 a 70,2 nel 2014.

Insomma, stando gli esperti dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) della University of Washington, in queste regioni le aspettative di vita sono inferiori che nelle Filippine (68,5), Iraq (68,9), India (68,3), Corea del Nord (70,6) e Libia (72,7).

Per il direttore dell’Istituto, Christopehr Murray, “la diseguaglianza nella salute negli Stati Uniti è inaccettabile, visto che siamo un paese che spende in sanità più di qualsiasi altro. Ogni americano, a prescindere da dove vive, ha diritto a una vita lunga e in salute. Se però lasciamo che questi terni continuino, vedremo il gap diventare sempre più ampio tra regione e regione”.

Lo studio ha messo in luce due Americhe, una dove si vive a lungo e bene, l’altra dove si vive male e si muore presto. Fattori di rischio come l’obesità, l’assenza di esercizio, l’ipertensione e il fumo spiegano gran parte della disparità, ma ci sono in gioco anche fattori socioeconomici come la razza, l’istruzione, il reddito, ha spiegato Laura Dwyer-Lindgren, una delle autrici dello studio.

Secondo un altro esperto che ha lavorato al dossier, Ali Mokdad, “i dati mostrano l’urgenza di cambiare politiche a tutti i livelli per ridurre le diseguaglianze nella salute degli americani investendo in programmi che incoraggino la prevenzione e la promozione della salute”.