Cidu: Ferma condanna alla repressione e ai morti in Venezuela

WASHINGTON. – La Cidu deplora le misure repressive in corso in Venezuela, come unica risposta alla lunga serie di proteste in aprile, ricordando al governo che lo Stato deve cessare queste misure e compiere gli obblighi stabiliti in materia di diritti umani. “E preoccupante l’intervento militare come ente gestore delle manifestazioni civili. Il numero di deceduti per armi da fuoco, lacrimogeni e pallettoni è allarmante.”

Alcune Ong attive nel paese hanno contabilizzato 757 feriti, 1991 detenuti e più di 40 morti dal 4 di aprile in poi. Moltissimi detenuti sono ancora privi di libertà e secondo le fonti che arrivano al Cidu, ci sono innumerevoli denunce per torture e maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine, e violazioni flagranti alle garanzie giudiziali dei civili, dovute al fatto che si processano civili in tribunali militari.

La Cidu confida nell’azione del Pubblico Ministero il quale ha chiesto a procuratori nazionali e regionali di indagare quanto riguarda le morti, torture e detenzioni arbitrarie e spera che le indagini siano serie e indipendenti. E ricorda al governo venezuelano che deve i processi militari a civili devono cessare. Il governo deve garantire la vita, la libertà di protesta pacifica, di riunione ed espressione, deve rispettare gli accordi internazionali in materia di diritti umani.

Finalmente, l’appello conclude condannando la mancanza di informazione riguardo lo stato di detenzione in isolamento del dirigente politico Leopoldo Lopez, del quale non si è saputo nulla per più di un mese “la vita e integrità di Lopez devono essere garantite”.

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