Trump alza il tiro, task force Cia anti-Pyongyang

WASHINGTON. – Il fatto che Pyongyang continui nei suoi programmi nucleare e missilistico dimostra come il regime della Corea del Nord non abbia alcuna intenzione di negoziare, ha osservato il capo dell’intelligence Usa Dan Coats durante un’audizione in Senato. L’allarme resta altissimo a Washington sulle ‘provocazioni’ nordcoreane e l’amministrazione Trump ha deciso di alzare il tiro: la Cia ha infatti creato una task force speciale con il compito di frenare e ostacolare i piani di Pyongyang.

Il ‘Korea Mission Center’, ha spiegato il capo della Cia Mike Pompeo, consentirà agli Usa di combattere in maniera più efficace la minaccia rappresentata dal regime di Kim Jong-un. A capo della struttura un veterano degli 007, di cui non è stato rivelato il nome. La sua creazione viene letta dagli osservatori come il segnale di un approccio più aggressivo di Trump verso Pyongyang che ad oggi – al netto di retorica e minacce – ha lasciato campo alla diplomazia, confidando nel ruolo cruciale della Cina.

La task force nasce sulla falsa riga dei ‘Mission Center’ già esistenti per l’Africa, per il Vicino Oriente e per l’antiterrorismo, coordinerà l’azione di tutti gli 007 Usa che si occupano della Corea del Nord e usufruirà non solo delle risorse della Cia, ma anche di quelle di tutte le altre agenzie federali di intelligence.

Intanto la Corea del Nord ha chiesto al nuovo governo di Seul di porre fine alle “politiche aggressive” che includono anche le esercitazioni militari congiunte con gli Usa. “Le due Coree dovrebbero rispettarsi reciprocamente e aprire un nuovo capitolo muovendo verso un miglioramento dei loro rapporti”, ha scritto il Rodong Sinmun in quello che è il primo commento del regime all’indomani dell’insediamento di Moon Jae-in a Seul.

Il Sud, è la richiesta, dovrebbe evitare sia le manovre annuali militari congiunte con gli Stati Uniti sia impedire agli attivisti di inviare dal confine nel territorio del Nord materiale di “contropropaganda”. Durante la campagna elettorale, Moon ha menzionato la formula del doppio approccio, tra pressing sulla denuclearizzazione e dialogo con Pyongyang.

Nel discorso di insediamento, il neo presidente sudcoreano ha esplicitamente detto che potrebbe visitare la Corea del Nord alle giuste condizioni per i colloqui orientati all’abbandono delle ambizioni nucleari e missilistiche.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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