Eni non lascia il Venezuela malgrado la crisi

SAN DONATO MILANESE – Contro vento e marea. Non importa se oggi il Venezuela attraversa una crisi di proporzioni dantesche e se quotidianamente i venezuelani protestano contro il governo del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro. Non importa neanche se il bilancio delle manifestazione, in poco piú di un mese è preoccupante: quasi 50 morti e migliaia di feriti. Eni non intende lasciare il Venezuela malgrado la “situazione difficile”. Lo ha detto l’ad Claudio Descalzi.
– Il nostro – ha spiegato – è un investimento a lungo termine. Se dovessimo abbandonare tutti i Paesi in cui c’è una situazione difficile – ha aggiunto – lasceremmo spazio ai nostri concorrenti.
Nell’ultimo ventennio non sono state tutte rose e fiori tra il governo e l’azienda petrolifera italiana. Ad esempio, nel 2006, durante il governo dell’estinto presidente Chávez, il Venezuela esproprió giacimento di Dacion, annullando un contratto di servizio con la compagnia nazionale Pdvsa. Furono mesi di polemica tra la holding italiana e il governo venezuelano. Poi, due anni dopo circa, Eni raggiunse un accordo risolutorio, incassando dal Venezuela una compensazione in contanti definita “in linea con il valore contabile dell’asset”.

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