Austria: Sebastian Kurz, il rottamatore 30enne manda casa il governo

Norbert Hofer (R) e Christian Strache (L) .EPA/CHRISTIAN BRUNA
Norbert Hofer (D) e Christian Strache (S) .EPA/CHRISTIAN BRUNA

BOLZANO. – Quando il 21 gennaio 1987 alla Hofburg di Vienna giurò il governo Vranitzky con i socialdemocratici ed i popolari – dando inizio a tre decenni, quasi ininterrotti, di Grosse Koalition – (classe 1986) aveva appena pochi mesi. Ora, con un intervento di appena sei minuti, il giovane ministro degli esteri austriaco, golden boy della Oevp, ha dichiarato finito questo matrimonio da troppo tempo in crisi. “Non è giusto – ha detto ai giornalisti – continuare con questa campagna elettorale permanente ed è perciò meglio tornare al voto”.

A Vienna in questi giorni si sono susseguiti i colpi di scena. Mercoledì a sorpresa il vicecancelliere e leader dei popolari Reinhold Mitterlehner, da mesi vittima del fuoco amico, aveva gettato la spugna con un secco “ora basta”, con il quale di fatto passava la patata bollente a Kurz.

Il giovane rottamatore ci ha messo due giorni a metabolizzare il colpo. Avrebbe infatti preferito scendere in campo solo a ridosso delle elezioni, previste per l’autunno 2018. La sua risposta poi non è stata da meno. “Una cosa è certa, così non possiamo continuare”, ha detto, bocciando la proposta dei socialdemocratici di un rimpasto in chiave riformatrice.

“E’ inutile – ha spiegato Kurz – sostituire solo alcune facce e fare finta di niente. Tra poche settimane saremmo di nuovo al punto di partenza, continuando con questa campagna elettorale senza fine”. “La decisione sul futuro del nostro Paese spetta agli elettori”, ha ribadito, sottolineando di parlare a titolo personale.

Per quanto riguarda la guida del partito popolare, Kurz non ha invece sciolto le riserve. Il messaggio lanciato alla Oevp – che si riunirà domenica per decidere il da farsi e che vede in Kurz l’unica via di salvezza – è stato comunque chiaro: o con le mie regole oppure niente. Il 30enne ha così rubato la palla ai potenti governatori dei Laender, che finora hanno sempre dettato il gioco.

Con l’arrivo di Kurz il partito cristiano-popolare cambierà radicalmente, come ha già fatto intuire. “La Oevp – ha detto – deve accogliere le teste migliori, a prescindere dalla tessera di partito”. Il golden boy sogna infatti il modello Macron, un’alleanza elettorale che va oltre gli schieramenti dei partiti tradizionali.

Domenica la Oevp non avrà altra scelta che seguire il suo “messia”, mentre il cancelliere socialdemocratico Christian Kern cercherà in extremis di evitare elezioni anticipate con un governo di minoranza oppure con un esecutivo tecnico, con l’indispensabile sostegno (almeno indiretto) della Fpoe di Heinz Christian Strache.

(di Stefan Wallisch/ANSA)