Gentiloni: “Serve un nuovo ordine nel Mediterraneo”

Profughi a bordo di un barcone al largo della Libia, mentre vengono soccorsi dall'equipaggio della Fregata Euro. 30 Agosto 2014. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Profughi a bordo di un barcone al largo della Libia, mentre vengono soccorsi dall’equipaggio della Fregata Euro. 30 Agosto 2014. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Serve “un nuovo ordine per il Mediterraneo” per “governare le crisi in atto”, combattere “terrorismo e traffico di migranti” e assicurare “crescita e sviluppo”. Ne è convinto il premier Paolo Gentiloni che, aprendo al Senato il IV vertice dei presidenti dei Parlamenti dell’ Unione per il Mediterraneo, ricorda anche il ruolo svolto dall’ Italia nel correggere quello “strabismo” che non ha permesso all’Europa di rivolgere con “sufficiente tempestività” lo sguardo verso il Sud.

“Ma l’Italia – afferma – ha lavorato” bene e a lungo “per fare capire quanto questo sguardo verso il Sud e il Mediterraneo fosse fondamentale”.

L’incontro di Roma rilancia “la volontà di cooperazione” fra le sponde del Mare Nostrum e sottolinea l’importanza sia di “investimenti” che puntino “su giovani e donne”, sia dell’ apertura al “fenomeno migratorio” considerato “di sostegno allo sviluppo economico dell’area”, come si sottolinea nella Dichiarazione conclusiva approvata dall’Assemblea con un solo distinguo da parte dell’Ungheria.

Il vicepresidente dell’ Assemblea nazionale ungherese, Istvan Hiller, con un emendamento punta a cancellare dal documento conclusivo ogni riferimento alla “cultura dell’accoglienza” dei migranti considerati anche un “fattore di crescita economica”. La sua proposta (che il collega maltese ammetterà dopo a voce di condividere) non passa. Hiller non si mette di traverso sul provvedimento al quale aderiscono tutti, ma resta fermo nella sua posizione: quella parte secondo lui andrebbe cancellata.

Impossibile poi parlare di stabilità nel Mediterraneo senza affrontare il nodo del conflitto arabo-israeliano. A sollevarlo è il presidente del Consiglio Nazionale Palestinese, Zuhair Sanduqa, che lancia un appello affinché ci si occupi di quanto “avviene da 70 anni in Palestina” e mette in guardia sulla “possibile ripresa di violenze” nel caso in cui “i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, in sciopero della fame da quasi un mese, dovessero morire”.

Una richiesta di aiuto subito accolta dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, che si dice convinta di come “in un momento in cui le trattative a livello di governo non sembrano dare i risultati sperati”, si potrà arrivare comunque “a un rilancio del dialogo”. Il dialogo, infatti, per Boldrini, “è necessità ineludibile” anche per evitare che ci si chiuda “nella fortezza Europa”.

Per andare avanti, osserva il presidente del Senato Grasso, servono “coesione sociale e determinazione politica”, che “spesso è mancata. E noi pensiamo si debba ripartire da qui”. L’azione della presidenza italiana dell’Upm, osserva, “ha dedicato particolare attenzione a temi migratori, prevenzione e repressione del terrorismo, istruzione, sviluppo sociale e lavoro, crescita inclusiva e sviluppo sostenibile”.

Una riflessione condivisa dal presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, che invita gli Stati del Mediterraneo a investire molto nella “sponda Sud”, per contenere il fenomeno migratorio, e a puntare sulle nuove generazioni.

(di Cristiana Missori/ANSA)

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