Economia della bellezza italiana: vale 240 miliardi di euro

Liguria, Cinqueterre, Vernazza
Liguria, Cinqueterre, Vernazza
Liguria, Cinqueterre, Vernazza

MILANO. – Far dispiegare il potenziale economico della bellezza italiana potrebbe far incassare 130 miliardi in più. La stima è della Fondazione Italia patria della bellezza con Prometeia. Secondo una ricerca presentata in Assolombarda, col patrocinio del Ministero dei beni artistici e culturali, l’ ‘Economia della bellezza’ – cioè l’insieme di beni di consumo, tecnologie di ingegno, creatività e turismo segnati dallo stile Made in Italy – vale 240 miliardi di euro, il 16,5% del Pil.

Se tutte le aziende italiane raggiungessero le prestazioni dei migliori competitor europei, la cifra crescerebbe di 130 miliardi, al 25% del pil. I maggiori margini di crescita sono nei beni tecnologici di ingegno, come elettronica, meccanica o mezzi di trasporto: producono 32 miliardi di ricchezza, potrebbero quasi raddoppiare a 61. Forti margini anche nell’industria creativa (design, editoria, spettacoli) che dagli attuali 61 potrebbe balzare di 42 miliardi.

Per questo, per gli autori dello studio, al Bello italiano per diventare più ricco servono hub tecnologici. “L’Italia deve avere degli knowledge hub – ha detto il dg di Assolombarda, Verna – E Milano si candida ad esserne uno importante, per quello si propone per Ema”.

Oltre questo suggerimento, lo studio mette in fila altre azioni per spingere il margine di crescita della bellezza. Se per i beni tecnologici serve anche una maggiore una qualificazione dei percorsi tecnico-scientifici, per l’industria creativa bisogna potenziare l’infrastruttura digitale e creare un sistema di rating per la valutazione di idee e business plan delle giovani imprese. Per spingere i beni di consumo serve più e-commerce, maggiore attenzione ai brand e una trading company nazionale che favorisca l’accesso delle pmi all’export.

Ma il vero asso nella manica resta il turismo, che potrebbe crescere dagli attuali 39 miliardi a 59. Servono però percorsi turistici verso mete meno note, un calendario di appuntamenti attrattivi e “il rafforzamento del brand Paese attraverso lo storytelling”. Inevitabile pensare a portale per la promozione della destinazione Italia.

“Col Ministro Franceschini stiamo riflettendo sulla promozione turistica, a fine giugno vi racconteremo un progetto importante che abbiamo per lo sviluppo di questa area” ha chiuso Maurizio di Robilant, presidente della Fondazione committente dello studio.

(di Giorgia Bentivogli/ANSA)

Lascia un commento