Italia-Vaticano: il 10 giugno papa Francesco in visita a Mattarella

ROMA. – Il 10 giugno prossimo papa Francesco andrà in visita ufficiale al Quirinale al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lo hanno annunciato, pressoché in contemporanea, sia il Quirinale che il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Greg Burke. Con la sua visita, il Papa ricambierà quella fattagli in Vaticano dal capo dello Stato italiano il 18 aprile del 2015.

Il 10 giugno, quindi, un sabato, si rinnoverà visivamente e con i rispettivi discorsi presso la Presidenza della Repubblica il senso di vicinanza e di buoni rapporti che uniscono lo Stato italiano e la Santa Sede.

Non è la prima volta che papa Bergoglio sale al Quirinale: lo aveva fatto il 14 novembre 2013, andando in visita al presidente Giorgio Napolitano, quando già il Papa argentino, con il suo spirito di sobrietà e semplicità, aveva infranto la tradizione di sfarzosi cortei con i corazzieri a cavallo e la fuoriserie scoperta per le vie di Roma che prima di lui avevano caratterizzato le visite papali al Colle più alto di Roma, tra l’altro antica residenza dei Pontefici.

Francesco, arrivato allora in utilitaria e con una scorta praticamente invisibile, salutato persino dai turisti che lo riconoscevano nel centro di Roma, era ed è il quinto Pontefice in visita al Quirinale dall’inizio della Repubblica: l’ultimo prima di lui era stato Benedetto XVI il 4 ottobre 2008.

Tra l’attuale Papa e il presidente Mattarella vige un ottimo rapporto, di profondo rispetto reciproco: il capo dello Stato non manca di citare spesso l’esempio del Pontefice e il suo messaggio su tanti temi che riguardano la realtà italiana e internazionale: la pace, le migrazioni, i problemi del lavoro e delle nuove generazioni.

Lo citò perfino nel suo discorso di insediamento, il 3 febbraio del 2015, ricordando le “parole severe” usate dal Pontefice “contro i corrotti, ‘uomini di buone maniere ma di cattive abitudini'”, che il Papa aveva pronunciato l’anno prima nella messa in San Pietro per i parlamentari ma che venivano dal suo libro “Guarire dalla corruzione”. Una sintonia, quella tra Mattarella e Bergoglio, esplicitata quindi fin dalle prime dichiarazioni dell’attuale capo dello Stato.

Nell’udienza ufficiale del 18 aprile 2015 in Vaticano, che per quanto visita di Stato fu volutamente organizzata con un “cerimoniale semplificato” (che tra l’altro evitava al presidente il formalissimo frac della tradizione) e dove Mattarella arrivò accompagnato dalla figlia Laura e da cinque nipoti (su sei), i temi al centro del colloquio furono l’accoglienza dei migranti, l’allarme lavoro, un passaggio rapido sul delicato tema del genocidio degli armeni (proprio allora al centro di una crisi diplomatica tra Turchia e Santa Sede per le parole pronunciate da Bergoglio durante la celebrazione del centenario in San Pietro) e un’aperta condivisione sui temi etici e sociali.

Il tutto condito con grande attenzione al rispetto delle diversità istituzionali che sempre persistono tra un ruolo laico, come quello di un presidente della Repubblica, ed uno spirituale come quello del successore di Pietro e vescovo di Roma. Un menù che, superato il primo momento di timidezza e di riservatezza personale, avviò un percorso di relazioni che ha poi avuto modo di svilupparsi ulteriormente e saldamente in questi due anni.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)