Microsoft contro Usa, il virus del cyberattacco rubato alla Nsa

BRUXELLES. – Mentre ancora si contano i danni del cyberattacco che da venerdì ha infettato i computer di almeno 200mila entità, tra istituzioni, organizzazioni ed imprese in 150 Paesi del mondo, scatta l’ora delle polemiche. L’attacco arriva dal presidente di Microsoft, Brad Smith: “I governi non dovrebbero conservare software pericolosi che possono essere trasformati in armi da hacker senza scrupoli”.

L’indice del Ceo del gigante informatico è puntato contro Washington, e più in particolare contro gli 007 Usa. Secondo Smith, il virus Wannacry, ‘ransomware’ che blocca il sistema operativo Windows chiedendo un riscatto per la riattivazione, è stato rubato all’agenzia di intelligence americana Nsa.

“Abbiamo visto vulnerabilità conservate negli archivi della Cia finire su WikiLeaks e adesso questa, rubata alla Nsa, ha colpito clienti in tutto il mondo”, scrive il presidente sul blog della società. Se fossero state “armi convenzionali”, sarebbe stato come se fossero stati rubati dei “missili Tomahawk”, avverte. Il presidente russo Vladimir Putin non ha perso tempo nel cavalcare le accuse del management di Microsoft.

“Il virus è nato dai servizi d’intelligence Usa” e lanciarli significa “sollevare un coperchio che poi può ritorcersi contro chi l’ha creato”, compresi i servizi segreti, ha messo in guardia. Ma da Europol, che con Fbi e polizie europee lavora ad un’indagine internazionale, il portavoce Jan Op Gen Oorth spiega che “è un po’ presto per dire chi ci sia davvero” dietro l’attacco, sferrato prima contro “entità in Gran Bretagna, e diffusosi subito dopo su scala globale”.

Il “dato positivo”, evidenzia il portavoce dell’agenzia Ue è che non c’è stato il tanto temuto lunedì nero: “Non sono state registrate nuove infezioni. Significa che nel fine settimana l’allerta ha funzionato e le persone si sono attivate per aggiornare la sicurezza degli apparati”. Dall’agenzia Ue si raccomanda di non pagare il riscatto chiesto dagli hacker, anche perché “non c’è alcuna garanzia che il computer venga liberato”.

Comunque, almeno per ora, il bottino dei criminali informatici è stato piuttosto magro: circa 51mila dollari in tutto, secondo Ransom Tracker, profilo Twitter creato dal ricercatore italiano Michele Spagnuolo, in grado di tracciare in automatico i singoli pagamenti, da un minimo di 190 a punte di 300-600 dollari.

A cadere vittima dell’attacco anche i colossi giapponesi Hitachi, Nissan e la East Japan Railway, mentre in Cina sono stati colpiti i network informatici di almeno trentamila tra istituzioni e organizzazioni. L’autorità cinese di vigilanza sul cyberspazio ha emesso un’allerta suggerendo di installare programmi per scongiurare attacchi ransomware, mentre il commissario Ue alla Sicurezza Julian King ha richiamato all’importanza “di mettere in pratica le misure di sicurezza”.

Intanto il Mail on-line ha scovato l’identità del giovane ‘eroe per caso’ britannico noto col ‘nickname’ di ‘MalwareTech’ che ha rallentato il contagio. Si chiama Marcus Hutchins, ha 22 anni e mette in guardia: presto l’attacco potrebbe ripartire, sfruttando le macchine in apparenza già ‘ripulite’.

(di Patrizia Antonini/ANSA)