Senatur al bivio, non molla ma la sua Lega non c’è più

ROMA. – Il ‘capo’ va sempre dritto per la sua strada, semmai è Salvini che si sta allontanando dalla storia della Lega. L’entourage di Umberto Bossi nega bruscamente che il fondatore del Carroccio stia pensando a una “Rifondazione leghista”. Almeno per oggi, quindi, nessuna scissione in vista.

Tuttavia è chiaro che le primarie che hanno incoronato Matteo Salvini alla guida della Lega pongono di fatto l’Umberto di fronte a un bivio. Sul suo futuro, ieri, a caldo s’è lasciato sfuggire un “valuterò”. Ma quello che è certo è che la Lega, quella che ‘il Senatur’ fondò nei primi anni novanta e guidò indisturbato per oltre vent’anni, non esiste praticamente più, sia sul piano simbolico, sia su quello strettamente politico.

Salvini non parla di “rottamazione”, ma da tempo nel partito cresce la voglia di rinnovamento generazionale: i giovani Padani ad esempio, a Pontida, posero la questione del limite dei due mandati per tutti gli eletti. Una richiesta che Salvini potrebbe accogliere. A quel punto sarebbe a rischio la candidatura dello stesso Bossi.

Inoltre Salvini, con la sua nuova forza lepenista, apertamente anti-euro, sovranista, di fatto cita sempre meno le parole d’ordine storiche del Carroccio di Alberto da Giussano come indipendentismo, autodeterminazione del nord. Al ‘celodurismo’ dell’Highlander padano contro Roma ladrona, Salvini ha sostituito ormai da anni una visione più globale di una movimento anti-austerity, protezionista, anti-banche, filotrumpista, che punta a raccogliere consensi tra le vittime della globalizzazione anche sotto il Po.

Così Bossi è rimasto un po’ isolato, a lottare per quella che lui chiama “la liberazione del Nord”. “Se Salvini vince e la porta al sud allora la Lega è morta”, ha dichiarato ieri. Ancora più duro sul Front National: “I Le Pen – ha ammonito – non erano fascisti all’acqua di rose ma andavano a scoperchiare le tombe degli ebrei, e la mia famiglia è sempre stata antifascista”.

“Non ho tempo da perdere con i nostalgici e i reduci”, ha replicato Salvini ieri. Ma oggi modera i toni: “Mi auguro che non esca nessuno e, anzi, sono sicuro che tanti altri arriveranno. Se Bossi vuole bene alla Lega, legga bene i numeri e ci aiuti nella battaglia. Ma non posso mettere guinzaglio a nessuno”. In serata ci pensa Bobo Maroni a gettare acqua sul fuoco sull’ipotesi scissione: “Umberto Bossi non se ne andrà, ne sono sicuro, perché la Lega l’ha fatta lui”.

(di Marcello Campo/ANSA)

Lascia un commento