Alitalia: mercoledì il bando vendita. Renzi, errori dei manager

Un passeggero in attesa a uno dei check in Alitalia dell'aeroporto di Linate.
Un passeggero in attesa a uno dei check in Alitalia dell'aeroporto di Linate. Ansa/Daniel Dal Zennaro
Un passeggero in attesa a uno dei check in Alitalia dell’aeroporto di Linate, 26 aprile 2017. Ansa/Daniel Dal Zennaro

ROMA. – Dovrebbe arrivare mercoledì sera il via libera dei ministri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, Carlo Calenda e Graziano Delrio al bando per la vendita di Alitalia. Anche il segretario del Pd Matteo Renzi, che si è sentito con il premier e i due ministri, ritiene possibile la ricerca di nuovi partner e addebita le difficoltà della compagnia ”ai costi eccessivi e agli errori dei management”.

Ma mentre si lima il testo che fisserà il percorso per cercare di salvare la compagnia area torna a divampare la polemica sulla scelta di Enrico Laghi tra i commissari dell’azienda. In un’inchiesta di Report che andrà in onda stasera si sottolinea che il nome di Laghi era coinvolto nell’azione di responsabilità che venne avviata nel 2011 dall’allora commissario straordinario Alitalia Augusto Fantozzi. Laghi – ricorda Report – dal 2005 al 2008 è stato prima membro e poi presidente del collegio sindacale della vecchia Alitalia in dissesto. E ora si è appena dimesso da consigliere Cai e presidente di Midco, che detiene il 51% di Alitalia.

Secondo la legge – ricorda la trasmissione – “non può essere nominato commissario chi ha esercitato funzioni di amministrazione, direzione o controllo nell’impresa insolvente, ovvero si è in qualsiasi modo ingerito nella medesima” ma Laghi ha fatto sapere che non ha mai amministrato e gestito l’Alitalia oggi insolvente.

I tempi sono strettissimi con le manifestazioni di interesse da presentarsi entro i primi 15 giorni di giugno, le offerte non vincolanti entro la fine di luglio e le offerte vincolanti entro ottobre. Nel frattempo dovrebbe aprirsi il confronto con i sindacati sul contratto di lavoro, in scadenza a fine maggio.

L’azienda ha già fatto sapere che l’accordo va modificato e che si punta a trovare una soluzione condivisa con le organizzazioni dei lavoratori ma anche che in assenza di un’intesa l’azienda si vedrà costretta a trovare una soluzione unilaterale.

Va inoltre risolto anche il nodo della solidarietà e il passaggio ad altri ammortizzatori sociali. Al momento sono in solidarietà “difensiva” circa 400 dipendenti tra il personale navigante ma la legge prevede che l’azienda in amministrazione straordinaria debba fare una nuova istanza per nuovi ammortizzatori. Al momento – spiegano il ministero del Lavoro – non è arrivata nessuna richiesta e resta in piedi solo quella per la cassa integrazione presentata da Alitalia sulla base del verbale poi bocciato dai lavoratori.

Non ci sono comunque termini di decadenza rigidi e quindi ci sono i tempi per avviare una nuova procedura da parte dell’azienda in amministrazione straordinaria. Non è ancora chiaro se i Commissari decideranno di chiedere solo il rinnovo degli ammortizzatori per le persone che sono al momento in solidarietà o se apriranno la procedura di cassa per un numero di lavoratori più alto come paventato da alcuni sindacati(e se coinvolgerà anche il personale di terra).

Al momento il commissario Luigi Gubitosi, sempre parlando con Report, ha annunciato che si sta lavorando sul lato costi su tutta l’azienda ma che si parte dal costo del carburante perché ci sono dei contratti di copertura fatti a un prezzo superiore a quello di mercato di circa il 20%. Questa operazione, secondo Gubitosi, farebbe risparmiare tra i 100 e i 120 milioni.

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