Venezuela, 2 milioni di emigrati: crescono le rimesse

CARACAS – Negli anni ’50 toccò all’Italia; oggi, al Venezuela. Ed infatti, le rimesse, il denaro inviato dagli emigrati alle famiglie rimaste nel Paese, cominciano ad avere un loro peso nell’economia.
In Italia, nei lontani anni ’50, la valuta inviata dai nostri emigrati alle famiglie nella penisola contribuirono alla ricostruzione del Paese. Il “miracolo economico” che ha portato al benessere attuale non è stato solo frutto dell’impegno di chi restò in Patria. Ad esso contribuirono anche coloro che si recarono all’estero in cerca di quel futuro che la Madrepatria gli negava. Lo fecero con le rimesse che inviavano ai genitori, ai fratelli, alle mogli; valuta pregiata che ottenevano con il sudore della fronte.
Oggi la storia si ripete. Ma in Venezuela, che nell’immediato dopoguerra accolse tanti italiani permettendo loro di costruirsi un futuro di successo. L’economia nazionale, infatti, comincia a risentire degli effetti benefici dell’emigrazione. Sono tanti, infatti, i venezuelani che, come gli italiani negli anni ’50, negli ultimi dieci anni hanno scelto il salto nel buio che rappresenta l’emigrazione ad una vita di stenti e privazione in Patria.
Il fenomeno dell’emigrazione venezuelana è ancora tutto da studiare e da scoprire. Infatti, fatta eccezione per il tentativo di analisi del sociaologo Tomás Paez, non esistono analisi razionali, ricerche, indagini che illustrino la ragione e le caratteristiche della diaspora. Si afferma che circa due milioni di venezuelani oggi risiedono stabilmente all’estero. E’ un fenomeno che ha coinciso con il primo governo del presidente Chávez e che è cresciuto acceleratamente nei seguenti. Un fenomeno recente, quindi, che sta dissanguando il paese di giovani di talento, “merce pregiata” assai apprezzata per la preparazione, l’impegno e la serietá da Spagna, Francia, Germania, Inghilterra.
Non si hanno ancora cifre dell’ammontare delle rimesse. Forse è ancora troppo presto per mettere su statistiche sul flusso di valuta proveniente dall’emigrazione. Ma la rete di “Casas de Cambio” (istituzioni che sono legalmente autorizzate alla permuta di valuta) ha giá reso noto che il numero delle transazioni in valuta estera – leggasi rimesse degli emigrati – è aumentato almento in un 40 per cento. Sono operazioni il cui volume è in continua crescita. E che rappresentano un flusso di dollari proveniente da operazioni non legate al petrolio, che comincia ad avere un suo peso.
Oggi, stando alla Banca Mondiale, America Latina e i Caraibi l’incremento delle rimesse è stato del 6,9 per cento pari a 73 miliardi di dollari.

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