Giro: missile Gaviria, a Reggio Emilia terzo sprint vincente

L'arrivo di Gaviria (Lapresse)
L’arrivo di Gaviria (Lapresse)

REGGIO EMILIA. – Da re delle due isole a gran signore della Val Padana. Fernando Gaviria ha vinto ovunque, in Sardegna, in Sicilia e, oggi, a Reggio Emilia: sempre allo stesso modo, bruciando tutti allo sprint. Irresistibile e spericolato, forte e potente. Ma soprattutto micidiale e irresistibile. Indiscutibilmente il re delle volate, nel 100/o Giro d’Italia, è lui, il corridore Quick-step Floors.

Trainato dall’argentino Maximiliano Richeze, più lanciato di Jakub Mareczko, che per la seconda volta si è dovuto accontentare della piazza d’onore, Gaviria è partito a tutta birra negli ultimi metri e ha bruciato gli altri uomini-jet, calando il tris in quello che rischia di diventare il Giro dei colombiani (per il connazionale Nairo Quintana il bello deve ancora arrivare). Una volata senza difetti, la sua, né sbavature. Una prova di grande decisione e determinazione da parte di un corridore che, a soli 22 anni, è in grado di fare sfoggio di grande consapevolezza. La consapevolezza dei forti.

La nota negativa riguarda gli italiani che oggi stabiliscono il record negativo al Giro d’Italia, visto che quest’anno non hanno ancora vinto tappe, né indossato la maglia rosa. Un dato sconfortante, che induce quantomeno a un’attenta riflessione sull’attuale situazione del movimento ciclistico. Nel 2010 Filippo Pozzato aveva interrotto il digiuno individuale, aggiudicandosi la 12/a frazione, oggi nessuno è riuscito a spezzare questo triste incantesimo.

Il penultimo festival dei velocisti – l’ultimo appuntamento è in programma domani, a Tortona – ha celebrato la maglia rosa di Tom Dumoulin che, dopo essere diventato leader nella crono dei ‘Sagrantino’, prosegue la propria marcia d’avvicinamento verso le tappe-verità, dove si vincerà o si perderà il Giro d’Italia.

Intanto è Gaviria a rubare la scena: il colombiano poteva anche calare il poker, se ad Alberobello non si fosse fatto beffare. In prospettiva è da considerare uno dei corridori più forti in assoluto nelle volate. Lo conferma il fatto che ha perso una Milano-Sanremo per un soffio, per una caduta due giorni prima del via. Un crudele scherzo del destino.

“La squadra, anche oggi, è stata fenomenale, stupenda, perfetta – il commento di Gaviria -. Richeze è stato eccezionale, ci siamo posizionati in modo perfetto, mentre il traguardo si stava avvicinando, ed è andata bene come ci aspettavamo. La mia partecipazione al Tour? Si, è vero, sto benissimo, ma andrà in Francia la squadra che sta disputando il Giro della California”.

I big oggi sono rimasti al coperto, facendosi ‘trascinare’ verso il traguardo tricolore e limitando al massimo i rischi. Una sgambatura nell’attesa delle battaglie finali, attraverso un pezzo di autostrada A1, percorsa (prima volta in Italia) per 33 chilometri, fra gli svincoli di Barberino del Mugello e Rioveggio.

La tappa è stata caratterizzata da una fuga di 220 chilometri che ha visto protagonisti il russo Sergej Frisanov, gli italiani Marco Marcato e l’enfant du pays Mirco Maestri, che è stato l’ultimo ad arrendersi ai -6,700 chilometri dall’arrivo. Il fatto di essere nato a Guastalla, nel Reggiano, gli ha fornito un supplemento di forze. Non è bastato.

(dell’inviato Adolfo Fantaccini/ANSA)

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