Assunzioni stabili frenano, calo del 7,4%. Più licenziamenti

Manovra punta su lavoro.

ROMA. – Mercato del lavoro in affanno con l’esaurimento degli sgravi contributivi per le assunzioni stabili e la stretta sulla durata massima della cassa integrazione: nei primi tre mesi del 2017 – rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato – sono stati attivati quasi 400.000 contratti a tempo indeterminato, comprese le trasformazioni con un calo del 7,4% sullo stesso periodo del 2016.

Il saldo tra assunzioni e cessazioni da contratti stabili resta attivo (17.537 unità) ma in forte calo sul 2016 e ancora di più sul 2015. Nello stesso periodo si registra un aumento dei licenziamenti (+2,8%), concentrato però in quelli per motivi disciplinari (giusta causa e giustificato motivo soggettivo), ovvero le cause di rottura del contratto sulle quali è intervenuto il Jobs act cancellando la possibilità di reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento giudicato illegittimo. La modifica introdotta con il Jobs act sui licenziamenti riguarda i nuovi assunti (da marzo 2015) nelle aziende con più di 15 dipendenti.

I licenziamenti disciplinari nel primo trimestre 2017 sono stati 18.349 (+14,4% sul 2016), ma se si spacchettano quelli intimati nelle aziende con più di 15 dipendenti (8.758 casi) l’aumento è molto più sostanzioso con un +29,3% sul primo trimestre 2016 e un +68,4% sullo stesso periodo 2015, prima che entrassero in vigore le nuove norme.

Probabilmente i cambiamenti intervenuti sul fronte degli ammortizzatori sociali come la stretta sulla durata della cassa integrazione (ora due anni al massimo, estendibili a tre nel quinquennio mobile in caso di contratto di solidarietà), hanno inciso sul crollo delle domande di cassa, insieme a una lieve ripresa economica. Nei primi quattro mesi, infatti, sempre secondo quanto rileva l’Inps, sono arrivate richieste per 129 milioni di ore con una riduzione del 43% sullo stesso periodo 2016.

Questo andamento ha probabilmente anche spinto in alto le richieste di disoccupazione: a marzo hanno superato quota 111.000 (+12%) mentre nel primo trimestre hanno superato le 380.000 unità (+7% sullo stesso periodo 2016). Nei primi tre mesi si sono ridotte anche le dimissioni a 199.464 (-3,4%), probabilmente anche grazie all’introduzione della procedura on line messa a punto per evitare il fenomeno delle dimissioni in bianco.

I sindacati hanno commentato i dati chiedendo di riflettere sulla situazione degli ammortizzatori sociali dopo lo stop all’indennità di mobilità (dal 2017) e la stretta sulla cassa integrazione.

(Di Alessia Tagliacozzo/ANSA)

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