Usa pronti a causa contro Fca, il titolo soffre ancora

TORINO. – Il Dipartimento di giustizia americano, secondo l’agenzia Bloomberg, potrebbe lanciare una formale accusa contro Fiat Chrysler: per evitarla serve trovare in tempi rapidi un accordo sulle accuse di violazione delle normative sulle emissioni tra l’azienda e l’agenzia Usa per la protezione ambientale Epa. Mediobanca stima che il contenzioso negli Stati Uniti potrebbe costare molto caro a Fca, fino a 4 miliardi di euro nell’ipotesi peggiore, mentre altri analisti considerano questo scenario remoto e prevedono una sanzione molto più bassa.

Pesante la ricaduta in Borsa: a Piazza Affari il titolo subisce un nuovo contraccolpo e cede il 3,1% perdendo in due giorni il 7,6%. Anche a Wall Street il calo è pesante, -2,93% a 10,28 dollari.

Le notizie dagli Stati Uniti arrivano dopo la procedura d’infrazione aperta dalla Commissione Ue contro l’Italia, accusata di non avere svolto sufficienti controlli sui software della Fiat 500X. Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio dice di essere “molto irritato”, anche se il caso Fca – spiega – è molto diverso da quello Volkswagen in quanto si tratta non di una multa ma di un inizio di procedura.

“Stiamo mischiando le pere con le mele: una cosa è andare contro le regole, un’altra parlare di una cosa che potrebbe funzionare meglio. Metterle sullo stesso piano è scorretto”, osserva Delrio. Il ministro ricorda inoltre che “per ora le regole in vigore prevedono che siano le autorità nazionali a fare tutte le omologazioni”. In futuro potrebbe esserci, secondo il ministro, un’autorità unica, ma al momento “è prematuro parlare di questo”.

Quanto a un eventuale zampino della Germania dietro l’apertura della procedura, il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, sostiene che “qualche tipo di sospetto potrebbe sorgere. Ovviamente ci auguriamo di no e non abbiamo elementi di prova. Quello che è certo, come ha detto il ministro Delrio più volte, è che noi facciamo i nostri test nella maniera più scrupolosa possibile”.

La Fiom accusa il governo di “immobilismo che rischia di danneggiare i lavoratori, in particolare quelli di Melfi” e chiede “l’apertura di un tavolo unitario urgente per raggiungere un’intesa di sistema per la crescita di mezzi di trasporto pubblici e privati ecologici”.

(di Amalia Angotti/ANSA)

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