Alitalia, 600 milioni bastano fino al 2018. Si lavora sui ricavi

Un equipaggio di Alitalia si avvia verso l'aereo.
Un equipaggio di Alitalia si avvia verso l'aereo. FOTO ANSA / Daniel Dal Zennaro
FOTO ANSA / Daniel Dal Zennaro

ROMA. – Il prestito ponte da 600 milioni concesso dallo Stato ad Alitalia basterà a traghettare la compagnia fino al 2018. Ne sono sicuri i commissari straordinari che, nonostante la situazione dell’aviolinea, stanno lavorando non solo ad aggredire i costi, ma anche sul fronte dei ricavi, con nuove rotte di lungo raggio già pronte in cantiere. L’obiettivo è di rendere la compagnia autosufficiente, anche in vista dell’arrivo di un potenziale partner.

L’iter è intanto ufficialmente partito con la pubblicazione del bando per le manifestazioni di interesse, mentre entro lunedì arriveranno gli advisor che seguiranno il processo di vendita. A fare il punto sulla situazione della compagnia a poco più di due settimane dal loro insediamento, sono gli stessi commissari, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, ascoltati in audizione alla Camera.

Contro di loro però si scaglia il M5S con un esposto all’Anac per contestare la nomina, definendo i commissari “in aperto conflitto di interessi” con la compagnia e correi della malagestio. Il lavoro dei commissari è già da giorni incentrato nel passare al setaccio tutta la struttura dei costi.

Ma accanto ai tagli stanno anche “lavorando attivamente sul lato dei ricavi”, ha sottolineato Gubitosi, svelando che dopo l’annuncio della nuova rotta per le Maldive, a breve verrà annunciata la tratta su New Delhi e il rafforzamento della Los Angeles (che rientra nella joint venture transatlantica che i commissari intendono rinegoziare).

I commissari sono ora alle prese con la stagione estiva, ma con il prestito ponte sono sicuri di poter arrivare ben oltre l’orizzonte dei sei mesi: “vogliamo completare l’inverno e scavallare l’anno”, ha detto Gubitosi, convinto che sia “possibile se otteniamo tutti i risparmi che ci accingiamo a fare”. Entro fine luglio, invece, sarà pronto il piano, che – ha spiegato Paleari – sarà finalizzato alla continuità dell’azienda e discontinuo rispetto al passato, ma non per questo “remissivo”.

Intanto all’indomani della pubblicazione del bando per le manifestazioni di interesse, dal Governo arrivano messaggi di fiducia. “Ci aspettiamo diverse offerte non vincolanti”, ha detto il ministro dei trasporti Graziano Delrio, che ha anche assicurato che “la crisi di Alitalia non comprometterà gli investimenti sul sistema aeroportuale”. Più cauto il titolare dello sviluppo Carlo Calenda: “Sarà un percorso molto complesso e difficile, aspettiamo di vedere cosa si materializzerà dal 5 giugno in avanti”.

Resta aperto il capitolo relativo costo del lavoro, che preoccupa i sindacati, ancora in attesa di convocazione. “Il problema non è il costo medio, che non è tanto differente dalle altre compagnie, ma c’è un problema di numero che si affianca al costo unitario”, ha spiegato Paleari, che però ha voluto rassicurare: la questione viene esaminata “con molta pacatezza la questione in assenza di pregiudiziali”.

(di Enrica Piovan/ANSA)