Giro: Gaviria poker ad alta velocità, italiani a guardare

TORTONA (ALESSANDRIA). – Fernando Gaviria si conferma signore e padrone dello sprint, trionfando anche nell’ultimo arrivo in volata proposto dal 100/o Giro d’Italia. Prima della fine delle ‘vacanze’, a Tortona, l’uomo-jet venuto dalla Colombia ha dato un’ulteriore dimostrazione di forza, ma soprattutto di lucidità e determinazione, mettendosi tutti alle spalle. Gaviria, ai -150 metri, era in evidente ritardo dagli uomini che si erano lanciati a tutta per portare a termine la volata, ma è riuscito ugualmente a trovare uno spiraglio a destra e ha bruciato tutti, procedendo a velocità doppia verso lo striscione dell’arrivo.

Un’impressionante dimostrazione di forza, che la dice lunga sulle capacità di questo 22enne, già vittorioso nell’ultima tappa in Sardegna, a Cagliari; nell’ultima in Sicilia, a Messina; ieri, a Reggio Emilia; oggi, nella terra di Fausto Coppi.

A pochi chilometri da dove sorge il museo dedicato all’Airone di Castellania, da dove domani scatterà la 14/a tappa, si è imposto l’uomo del momento. Gaviria, per forza, coraggio, esplosività e determinazione, ricorda il primo Mark Cavendish. Nato in una terra di scalatori, su sua stessa ammissione, ha sempre amato la velocità. Viene dalla pista, è pluriridato dell’Omnium, la specialità più varia ed eclettica del ciclismo indoor.

Nato in un Paese dove i corridori sono abituati a guardare la strada dal basso verso l’alto, come Quintana, Uran, Chaves, Betancur, Gaviria ha da subito capito qual era la strada da seguire. “Le salite non mi piacciono – ha sempre detto – e io voglio vincere”.

Anche se le salite non sono di suo gradimento, da domani dovrà stringere i denti, nel tentativo di portare la maglia ciclamino di leader della classifica a punti fino al traguardo di Milano. Dovrà scalare i giganti delle Dolomiti, Gaviria, per andare oltre le vittorie di tappa e cucirsi addosso la maglia che, più di ogni altro, ha meritato.

Intanto continua il digiuno degli italiani, mai così a mani vuote in un’edizione della corsa rosa. E domani ricomincia la ‘scalata verso il cielo’, con il primo appuntamento sulla vetta dove Pantani nel 1999 volò letteralmente, partendo da ultimo – dopo essere stato fermato da un incidente meccanico – e superando come birilli tutti i rivali. Un’impresa che che gli è valsa l’intitolazione della montagna sulla quale sorge il santuario di Oropa. Il ‘Pirata’ guarderà dall’alto i propri successori, il campionissimo Coppi dal basso, visto che la corsa scatta dalla ‘sua’ Castellania.

Italiani sempre a caccia della prima vittoria e big, dopo due giorni di parziale riposo, ‘cullati’ verso il traguardo dalle rispettive squadre, pronti a darsi battaglia nel nome della ‘rosa’. Quintana contro Nibali, Pinot contro Mollema e tutti all’assalto della leadership di Tom Dumoulin, l’olandese che per il terzo giorno dispensa sorrisi e sguardi ammiccanti con la maglia rosa addosso.

All’assalto non parteciperà Geraint Thomas, capitano del Team Sky, non presente al via di Reggio Emilia a causa dei postumi della caduta di domenica ai piedi della salita del Blockhaus. Con lui in strada sarebbe stata tutta un’altra cosa, ma è difficile sconfiggere le maledizioni e il Team Sky al Giro se ne porta una addosso da sempre.

(dell’inviato Adolfo Fantaccini/ANSA)

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