Brasile: Temer a un passo dall’abisso, accuse dalla Procura

BRASILIA. – Il Brasile non trova pace. Nella giornata in cui Michel Temer finisce nel mirino della procura generale, la crisi politica e istituzionale del colosso sudamericano si aggrava e già si parla dei nomi del possibile successore del presidente. Il Brasile pensa ormai al dopo-Temer, anche se non è ancora chiaro il meccanismo tramite il quale il presidente potrebbe gettare la spugna, o essere obbligato a farlo. Nonostante il suo perentorio ammonimento di ieri, nel quale ha avvertito che non intendeva dimettersi, smentendo inoltre tutte le accuse.

Gli scenari sono diversi (impeachment, dimissioni, destituzione, elezioni dirette oppure indirette in parlamento) e se ne continuerà a parlare per giorni. Le novità sono le accuse del procuratore generale del paese, Rodrigo Janot, secondo il quale Temer ha cercato di ostruire la giustizia nell’inchiesta anti-corruzione ‘Lava Jato’.

Non solo, le accuse riguardano anche la corruzione passiva e, fatto forse ancora più grave, l’associazione illecita. Temer e l’ex candidato presidenziale Aecio Neves, precisa Janot, hanno agito insieme per frenare le inchieste. Neves, sottolinea d’altro lato la stampa, è stato sospeso dal Senato e dalla presidenza del partito conservatore Psdb.

Al centro delle devastanti imputazioni rimangono le rivelazioni emerse nella registrazione del colloquio (39 minuti) lo scorso 7 marzo tra Temer e Joesley Batista. Quel giorno Batista si è recato a casa del presidente con in tasca due cose: un registratore accesso e un accordo con la procura per una sua ‘delazione premiata’ (collaborazione con i magistrati in cambio di uno sconto di pena).

Lo scorso mercoledì il quotidiano O Globo aveva reso noto una parte del colloquio, relativa ad un via libera di Temer alle mazzette destinate al suo ex alleato Eduardo Cunha, condannato a 15 anni di carcere per corruzione. L’obiettivo della tangente era comprare il silenzio di Cunha, fatto smentito dal capo dello Stato. Adesso è però spuntata un’altra parte del colloquio. Il succo rimane la corruzione, ma su un fronte diverso, e cioè l’avallo di Temer al pressing del mondo del ‘business’ sui giudici che indagano sulle bustarelle destinate alla classe politica.

Intanto, l’onda d’urto del ‘caso Temer’ si fa sentire su più fronti, in particolare sull’economia. Ieri la borsa di San Paolo era crollata (-8%), poi c’è stato invece un rimbalzino (2% poco prima della chiusura). E anche il real ha recuperato sul dollaro. Fitch ha intanto confermato il rating del Brasile a BB, con outlook negativo. Se sull’andamento dei mercati c’è comunque incertezza, nessuno dubita in Brasile sulle manifestazioni in programma in questi giorni, in particolare domenica. Gli slogan punteranno tutti su Temer, ma non solo, viste le tensioni e la situazione caotica sul fronte politico.

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