Trump parte per Riad, accordo da 110 miliardi per le armi

Il President Donald J. Trump (R) con Mohammed bin Salman bin Abdulaziz Al Saud (L), ministro della Difesa di Arabia Saudita. EPA/MICHAEL REYNOLDS
Il President Donald J. Trump (R) con Mohammed bin Salman bin Abdulaziz Al Saud (L), ministro della Difesa di Arabia Saudita.
EPA/MICHAEL REYNOLDS

NEW YORK. – Aerei, navi e bombe di precisione. Ma anche un sofisticato sistema radar anti-missile. Il tutto per un totale di circa 110 miliardi di dollari. Il pacchetto e’ quello che Donald Trump si appresta a vendere all’Arabia Saudita, prima tappa del tour che in otto giorni lo portera’ anche in Israele, Vaticano, e poi al vertice Nato di Bruxelles il 25 maggio e al G7 di Taormina il 26 e 27 maggio.

Al fianco del presidente americano, oltre a tutti i suoi più stretti collaboratori, anche la first lady Melania e la figlia Ivanka. Il viaggio è un banco di prova fondamentale per il tycoon, che dovrà superare lo scetticismo di tanti leader alleati e tentare di accreditarsi come un partner internazionale affidabile.

Ma ciò che accadrà nei prossimi giorni viene visto dalla Casa Bianca come altrettanto decisivo per rilanciare l’immagine del presidente negli Usa. Immagine appannata dalle tensioni sul Russiagate, le cui indagini andranno avanti tenendo in ansia il tycoon. Trump teme infatti di essere messo in imbarazzo mentre si trova all’estero e di vedere così indebolita la sua posizione nel confronto con i leader alleati.

Con Riad comunque non dovrebbero esserci problemi. La lista della spesa dei sauditi – rivela il New York Times – è stata consegnata nelle mani del genero del presidente americano, Jared Kushner, in occasione della visita a Washington di una delegazione saudita lo scorso primo maggio. E Kushner avrebbe alzato il telefono per contrattare il prezzo direttamente con la numero uno di Lockheed Martin Marillyn Hewson. Una trattativa durata qualche ora e che ha portato alla chiusura dell’affare.

Questo lo stile nell’era Trump: business e hard power. Un approccio preferito alla diplomazia tradizionale, con cui il presidente americano vuole imprimere una svolta ai rapporti con gli alleati del Medio Oriente, aprendo quella che nelle intenzioni vuole essere una “nuova era” di relazioni, soprattutto con i Paesi del Golfo Persico.

Anche se in realtà – sottolineano alcuni osservatori – nella sostanza poco cambia rispetto al passato. Anche rispetto all’era Obama, quando in otto anni sono stati chiusi con i sauditi accordi per la fornitura di armi pari a 115 miliardi di dollari. Un record che adesso rischia di essere battuto da Trump.

Grande attesa nella due giorni di Riad anche per il discorso con cui il presidente Usa dal Centro per la lotta al terrorismo lancerà un appello ai paesi musulmani, perché uniscano le loro forze contro l’estremismo. Il testo – a quanto trapela – si differenzierà molto dal famoso discorso sull’Islam pronunciato da Barack Obama al Cairo nel 2009. A partire da una posizione molto più dura nei confronti dell’Iran. Gli altri appuntamenti – oltre all’incontro col Re Salman – la conferenza con i leader del Golfo Persico e il summit con i leader di tutti i Paesi musulmani.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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