I giornalisti chiedono cessi la repressione: è un modo per impedire la libertà di stampa

Tinedo Guía, presidente del "Colegio Nacional de Periodistas"
Tinedo Guía, presidente del “Colegio Nacional de Periodistas”

CARACAS. – Stufi dei soprusi commessi dalla Gnb, un gruppo di rappresentanti del Sindacato Nazionale dei Lavoratori della Stampa (Sntp) si è recato alla sede della Comandancia General de la Guardia Nacional Bolivariana, in El Paraiso. E guarda caso, ad aspettarli nelle vicinanze c’era un contingente antisommossa. L’obiettivo era quello di consegnare una comunicazione al Comandante della Gnb, Antonio Benavides Torres, ma sono stati ricevuti dal Vice Comandante Giuseppe Cacioppo.
Secondo cifre del Sntp, tra il 31 di marzo e il 15 di maggio si sono registrati 151 aggressioni a giornalisti e operatori del settore. Addirittura l’80% dei casi è stato per mano della Gnb che ha esercitato violenza attraverso l’intimidazione, la detenzione, il maltrattamento fisico e la sottrazione di cellulari, attrezzature e materiale fotografico. Tra i giornalisti malamente aggrediti, 5 lavorano per il quotidiano Il Nacional .
Tra le richieste che il gruppo ha presentato spicca l’esigenza di smettere immediatamente le aggressioni contro il settore della stampa, di indagare e punire i casi nei quali è palese il mancato rispetto alla libertà di espressione ed il rischio di perdere la vita, oltre a chiedere che si sanzionino quei membri della Gnb che hanno aggredito équipe di giornalisti che coprivano le manifestazioni. Hanno chiesto, inoltre, che la Gnb faccia pubblico un rifiuto alla violenza contro di loro.
Ma è improbabile che la Gnb si pronunci pubblicamente contro le aggressioni alla stampa. Finora sono contati i membri della Gnb riconosciuti come aggressori nelle manifestazioni. E pensare che il Pubblico Ministero ha chiesto al Tribunale 11mo di Controllo a Caracas il pieno rispetto al diritto di informazione su quanto accade.

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