L’Ue approva la manovra. Stop di Padoan all’Imu sui ricchi

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni ed il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (D) in una foto d'archivio. ANSA/ US/ PALAZZO CHIGI / TIBERIO BARCHIELLI
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni ed il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan (D) in una foto d’archivio. ANSA/ US/ PALAZZO CHIGI / TIBERIO BARCHIELLI

BRUXELLES. – L’Italia ha corretto i conti come richiesto, ora rispetta le regole e non corre più il rischio di una procedura per debito eccessivo. Almeno fino ad ottobre, quando la Commissione europea farà di nuovo il punto su conti pubblici e riforme, valutando gli sforzi che il Governo inserirà nella legge di bilancio 2018, ancora tutti da negoziare con l’Ue.

Seppur ridotto rispetto alle regole grazie al nuovo approccio pro-crescita scelto dai commissari, l’Italia dovrà comunque compiere un aggiustamento “sostanzioso”. Impegno che non cambierà in caso di elezioni, precisa il commissario Moscovici. E che potrebbe essere rispettato rimodellando la tassazione e reintroducendo l’Imu, almeno per i redditi elevati. Ma è un suggerimento che il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan respinge, perché “non è una buona idea” cambiare una tassa modificata “da pochi mesi”.

Nel negoziato da qui a ottobre potrebbe intervenire a favore dell’Italia anche una crescita più alta: l’Istat già vede un +1% nel 2017. Le buone notizie sul fronte dei conti sono però accompagnate dai soliti richiami Ue sulle note debolezze italiane: dalla lentezza della giustizia alle misure insufficienti sulle sofferenze.

E’ la prima volta che Bruxelles indica nelle sue raccomandazioni un target di aggiustamento ‘variabile’: lo 0,6% di sforzo strutturale previsto dalle regole verrà ridotto grazie al “margine di discrezionalità” che la Commissione ha rivendicato, pur rischiando di andare incontro alle critiche dell’ala più rigida dell’Ecofin.

Ma il vento è cambiato, e i commissari hanno deciso che i conti italiani ad ottobre si valuteranno in base alla situazione economica del Paese. Perché l’Italia deve trovare “la giusta posizione di bilancio che rafforzi la crescita assicurando la sostenibilità dei conti”. Ciò che Padoan chiede da anni, è ora nero su bianco.

“È la prima volta che l’Ue riconosce l’importanza di perseguire non soltanto l’obiettivo dei conti in ordine ma contemporaneamente anche l’obiettivo di una crescita più sostenuta”, commenta il Mef. E vede “un riconoscimento” del percorso seguito dal Governo negli ultimi 3 anni, lungo il “sentiero stretto tra due esigenze contrapposte: aiutare la crescita da un lato, contenere il debito dall’altro”.

Per Moscovici l’Italia deve riconoscere che la Commissione “ha saputo dar prova di una flessibilità intelligente e comprensiva”, atteggiamento che continuerà, ha detto il commissario parlando di “buone notizie” sui conti. Sulle riforme, invece, la situazione è diversa.

L’Italia, osservata speciale per gli squilibri eccessivi, ha presentato un piano di riforme (PNR) “sufficientemente ambizioso”, ma “l’assenza di dettagli sui tempi dell’attuazione” limita “la sua credibilità”. Per Bruxelles “non c’è base” per una procedura, “purché ci sia una implementazione piena delle riforme” raccomandate. Le quali sono una riedizione delle vecchie raccomandazioni. Inclusa quella sull’Imu per i redditi alti, perché, come lo stesso Moscovici ricorda, dalle simulazioni è emerso che abolirla “va a vantaggio dei redditi più elevati”.

I richiami sono quindi sempre gli stessi. E’ in assoluto il Paese dove la giustizia civile è più lenta, e quindi deve “ridurre la lunghezza dei processi tramite un’efficace gestione dei casi”. L’uso dei pagamenti elettronici “resta molto al di sotto della media Ue, a detrimento del rispetto degli obblighi tributari”, a causa dell’aumento al limite per i contati su cui bisogna intervenire.

Va riformato il catasto e rafforzate contrattazione collettiva, occupazione femminile e lotta alla corruzione che è “un grande problema”. Va completata la riforma del pubblico impiego e rimossi gli ostacoli alla concorrenza sul fronte di concessioni, appalti, servizi pubblici locali (trasporti inclusi) e aprendo le professioni regolate. E va ridotto lo stock di sofferenze, con misure ulteriori.

(di Chiara De Felice/ANSA)

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