Congo: ira sull’Onu, esperti mandati allo sbaraglio

NEW YORK. – Ira sull’Onu: famiglie e organizzazioni non governative accusano le Nazioni Unite di aver mandato allo sbaraglio due esperti umanitari trovati morti in Congo alla fine di marzo. L’americano Michael Sharp e la svedese-cilena Zaida Catalan erano scomparsi nel corso di una missione nella giungla per indagare su uno dei massacri che insanguinano il difficile cammino verso la stabilizzazione del paese africano.

Ex attivista del partito verde svedese e parte di un gruppo di sei esperti Onu autorizzati dal Consiglio di Sicurezza a indagare su stupri, massacri e lo sfruttamento delle vaste risorse naturali del Congo, la Catalan non aveva ricevuto quasi nessun addestramento in vista della pericolosa missione e viaggiava senza scorta delle Nazioni Unite in zone considerate off limits per i loro colleghi alle dipendenze del Palazzo di vetro.

Assieme al collega americano era stata sequestrata e uccisa. I due cadaveri erano stati scoperti settimane più tardi, allineati fianco a fianco, ma in direzioni diverse. La donna era stata decapitata e la testa portata via dagli assalitori.

I macabri particolari sono emersi nel fine settimana sul New York Times. Secondo il quotidiano americano, “la morte dei due esperti solleva pesanti interrogativi sui protocolli adottati dal Palazzo di Vetro per garantire la sicurezza delle persone che lavorano per suo conto nei luoghi più pericolosi del mondo”.

Il Times critica tra l’altro il fatto che, al di là delle espressioni di cordoglio, il Consiglio di Sicurezza non abbia ordinato un’inchiesta, lasciando il compito di indagare alle autorità del Congo, “un paese dove corruzione, violenza e impunita’ sono all’ordine del giorno”. Della stessa opinione il padre di Sharp: “Vogliamo un’inchiesta internazionale indipendente e credibile. Non possiamo dipendere dal fatto che il governo congolese scopra la verità”.