Cocaina dal Sudamerica, Dda e Ros colpiscono la ‘ndrangheta

MILANO. – Non era solo un’associazione, era un vero consorzio che riuniva diverse famiglie di ‘ndrangheta per l’acquisto di centinaia di chili di cocaina dal Sudamerica, che stavano pianificando di far arrivare a Malpensa con l’aiuto di due tecnici aeroportuali. Capo e organizzatore era Francesco Riitano, affiliato alla famiglia Gallace di Gardavalle (Catanzaro) e attualmente latitante. Uomo molto prudente, forniva a tutti sofisticati Blackberry criptati. Il suo nome compare nelle 192 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ha disposto l’arresto di 21 persone accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso.

L’indagine del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano e del Ros, coordinata dalla Dda di Milano, è stata chiamata “Area 51” perché parte dell’attività del gruppo girava attorno al complesso residenziale dove vivevano ad Arluno (Milano). Nel provvedimento firmato dal gip Maria Cristina Mannocci emerge il ruolo di Davide Mazzerbo e Antonio Traettino, cognati per aver sposato due sorelle colombiane.

Davide Mazzerbo è carrozziere aeronautico impiegato presso la società “Iap Industrial e Aeronautical Painting srl (totalmente estranea) che si occupa di “esecuzione di trattamenti superficiali anticorrosivi, verniciature rivestimenti speciali su metalli per velivoli”.

E’ lui il primo contattato da Riitano e dal braccio destro Alfio Di Mare, è lui l’anello di congiunzione per Traettino che invece è tecnico aeronautico impiegato nella manutenzione degli aeroplani per la Neos spa, società aerea che opera anche a Malpensa. L’idea è di trasportare un grande carico di coca nascondendolo in un Boeing della Neos (totalmente estranea).

Riitano raccoglie i soldi di altre famiglie, tra cui i Palamara, e riesce a ottenere un prezzo ridicolo: 8mila euro al chilo contro i normali 35-40mila. Traettino è fondamentale per l’operazione perché possiede un badge che “gli consente non soltanto di accedere liberamente ad ogni area di Malpensa ma, soprattutto, di uscire dall’aeroporto per ragioni di servizio a bordo di veicoli della Neos senza essere sottoposto ad alcun tipo di controllo”.

Tra il 28 giugno e il 4 luglio 2016 i due ricevono 3mila euro come acconto. In cambio, Traettino fornisce i disegni industriali di alcuni aerei. Il progetto non andrà mai in porto ma tante altre consegne sono state registrate dai carabinieri. A partire da quella che ha dato il via a tutto.

Era il 26 settembre 2015, i militari arrestano a Bareggio Raffaele Procopio mentre trasporta 30 chili di cocaina caricata a Guardavalle. La droga è nascosta in un doppio fondo realizzato in un’officina compiacente ad Anzio. E’ una delle tante vetture utilizzate per il trasporto di cocaina e soldi. Uno dei corrieri di fiducia è Di Mare, già condannato due volte per associazione a delinquere.

Nel 2012-2013 tenta una grossa importazione di coca tramite il colombiano Juan Carlo Hohmann che però lo truffa facendo perdere 150mila euro alla “famiglia”. Di Mare è costretto a giustificarsi con i Gallace ma da quel momento divenne braccio destro di Riitano. E infatti è incaricato da lui di consegnare un milione e 250mila euro (in due tranche) al rappresentante dei cartelli colombiani a Barcellona e Utrecht.

In Spagna un’intercettazione registra la sua lamentela: “Ma tu guarda questi che mi fan fare un’operazione a mezzanotte. Sono sempre stato contrario io. Di notte non lo faccio più perché vedi che c’è poco traffico. Sai, invece se c’è traffico…”.

“È stata una delle operazioni antidroga più importanti e rilevanti degli ultimi anni – ha detto il comandante provinciale Canio Giuseppe La Gala – Anche per i soldi sequestrati: oltre 640mila euro in contanti”.

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