Alta tensione tra le due Coree, Seul chiede aiuto al Papa

PECHINO. – La Corea del Sud ha chiesto a Papa Francesco di aiutare la pace e la riconciliazione nella penisola coreana, e non per la mediazione su un summit Nord-Sud. Nel giorno che ha vissuto momenti di alta tensione al confine per un drone di Pyongyang finito al Sud, i cui militari hanno sparato come avvertimento circa 90 colpi di mitragliatrice, l’Ufficio di Presidenza di Seul ha confermato parte dell’ipotesi riportata dallo JoongAng Ilbo, sulla consegna al Pontefice di una missiva di Moon Jae-in da parte di Igino Kim Hee-joong, capo della Conferenza episcopale sudcoreana. Il quotidiano, citando Kim, ha riferito che ha chiesto al Pontefice che svolga un ruolo simile a quello che Papa Francesco giocò del 2014 nella normalizzazione dei rapporti tra Usa e Cuba.

“L’arcivescovo Kim è previsto consegni una lettera personale del presidente Moon al Papa. A ogni modo, la lettera non contiene la richiesta di aiutare la mediazione di un summit tra Nord e Sud”, ha affermato il portavoce Park Soo-hyun in un comunicato. Il presidente “ha invece solo chiesto al Pontefice di pregare per la pace e la riconciliazione tra le due Coree”.

Kim avrebbe avuto un’udienza papale come “inviato speciale” di Moon, il secondo inquilino della Blue House – la residenza ufficiale della Presidenza sudcoreana a Seul – a essere di fede cattolica dopo Kim Dae-jung, e con “Timothy” per nome di battesimo. Moon ha più volte detto che avrebbe usato ogni mezzo utile (inclusa una visita a Pyongyang, “alle giuste condizioni”) per liberare la Corea del Nord da testate nucleari e armi di distruzione di massa.

Le due Coree hanno avuto due incontri a Pyongyang sull’onda del disgelo della “Sunshine policy” del presidente sudcoreano Kim Dae-jung, premio Nobel per la Pace: nel 2000, tra lo stesso Kim e il “caro leader” Kim Jong-il, e nel 2007 tra il presidente Roh Moo-hyun (di cui Moon era capo di gabinetto) e Kim Jong-il.

In Corea del Sud è ancora vivo il ricordo della visita del Pontefice di agosto 2014, quando nella cattedrale di Seul celebrò la storica “messa di riconciliazione della Corea”. Un gesto, per altro, ricordato anche a Pyongyang, come accertato dall’ANSA il 16 aprile, giorno di Pasqua, nella capitale nordcoreana. Nella sagrestia della chiesa cattolica di Jangchan “dedicata a Maria”, nel distretto di Sonkyo, c’era il ritratto di Papa Francesco.

Kim “Francesco” Chol-ung e So “Mosè” Chol-su, “presidente” e “attivista” della comunità cattolica locale, spiegarono che l’immagine l’avevano avuta prima che il Papa si recasse a Seul. “Abbiamo apprezzato molto – spiegarono – le sue parole e l’appello all’unità della Corea. Ci è stato detto dalla Chiesa sudcoreana (i contatti sono sempre stati tenuti aperti come confermato a Seul in passato all’ANSA, ndr) che sarebbe venuta qui una delegazione. La aspettiamo”.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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