Ministro Calenda fa il Macron, e strappa applausi agli industriali

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Il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda

ROMA. – Parla di Occidente più frammentato e di Europa che può ripartire, dice ‘no’ al protezionismo e annuncia una proposta italiana contro operazioni predatorie, ma si ritaglia anche uno spazio nel dibattito politico, per avvertire la necessità di arrivare ad elezioni in tempi giusti. Insomma unisce Europa, imprese e la necessità di crescere il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda dal palco dell’assemblea di Confindustria.

Un intervento a tutto campo, con riferimenti a dossier caldi dall’Alitalia alla Rai, e che la platea degli industriali ripaga con calorosi applausi. E che riscuote anche approvazioni bipartisan dalla politica. L’applauso più lungo arriva verso la fine delle 17 pagine di discorso: quando Calenda, come un nuovo Macron, scende sul terreno della politica per rubare uno spazio ai “politici di professione” e difendere il ruolo dei ministri ‘tecnici’.

“Io e Padoan ci stiamo ancora interrogando: una volta avere una tecnica era considerato una cosa positiva, oggi abbiamo capito che può essere un grande gap”, osserva il ministro. E avverte che prima di arrivare al voto serve completare la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà e una legge elettorale: intanto avanti con le riforme.

L’ intervento non poteva non iniziare dall’attentato di Manchester (una “barbarie” che si combatte “riscoprendo orgoglio e senso di appartenenza”) e, nella giornata di Trump a Roma, ha richiamato il timore di un ritorno degli Usa al protezionismo. Al quale Calenda contrappone un approccio di difesa da comportamenti “scorretti o predatori”: su questo, dopo aver proposto la ‘norma antiscorrerie’, il ministro si prepara ad inviare a Bruxelles una proposta italiana per una disciplina comune.

Proprio all’Europa, che con la Brexit ha corso un “rischio mortale”, Calenda guarda con fiducia: dopo la “svolta” delle elezioni olandese e francesi, nel 2018 può ripartire, assicura il ministro, che lancia un monito sull’antieuropeismo, basta accarezzarlo, va combattuto a viso aperto.

Venendo all’Italia, il capitolo “più importante, che va ancora scritto”, è quello sul lavoro: per questo Calenda e il titolare del lavoro Poletti stanno lavorando ad un Piano Lavoro e Welfare 4.0. E’ sulla strada giusta anche il ‘patto per la Fabbrica’ proposto dall’amico “Enzo” Boccia, con il Governo pronto a valutare un’ulteriore detassazione sui premi e salario di produttività.

E se il ddl concorrenza va chiuso “senza modifiche e ulteriori ritardi”, Calenda sollecita a proseguire sulla strada delle privatizzazioni: si è dimostrata una “buona soluzione” per Eni, Enel, Leonardo, Fincantieri, mentre “risultati meno lusinghieri” si sono avuti quando la politica ha preteso di mantenere un controllo totale sulle aziende.

E il riferimento esplicito è alla Rai. Infine un accenno anche ad Alitalia, esempio di tanti anni di “spesa pubblica incontrollata”: ma questa volta – puntualizza il ministro – il Governo ha fatto di tutto per spendere la minor quantità possibile di soldi dei contribuenti.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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