Legge elettorale: proporzionalisti crescono, arriva sì della Lega

ROMA. – Anche il presidente di Confindustria Francesco Boccia, come ieri Romano Prodi, si scaglia contro la “tentazione proporzionalista”, ma in Parlamento il fronte favorevole a questa soluzione si allarga: a chi da sempre spinge su questo sistema, come Fi, SI, Mdp e i centristi, si aggiunge la Lega al solo scopo di accelerare le urne, in sintonia con Matteo Renzi. Guardingo M5s, che ribadisce di preferire l’Italicum esteso al Senato, anche se con Luigi Di Maio si dice pronto a dialogare, a determinate condizioni. E intanto, a livello parlamentare, i gruppi stanno scrivendo i propri emendamenti da presentare venerdì pomeriggio.

La preoccupazione del leader degli industriali, Francesco Boccia, riguarda l’eventuale instabilità a fronte di urne a settembre-ottobre dalle quali non dovessero uscire numeri tali da far nascere un governo con una maggioranza in Parlamento. Preoccupazione espressa anche dal ministro Carlo Calenda (che ha evocato l’esercizio provvisorio) e non estranea al Quirinale.

In Transatlantico i “renziani” sostengono che se in Germania si vota il 24 settembre, senza che vi siano problemi per la legge di Bilancio, altrettanto si può fare in l’Italia. Ma a Berlino, replicano i contrari al voto in autunno, il sistema è monocamerale e in 20 giorni il Bundestag approva lo “Haushaltplan”, mentre col nostro sistema bicamerale occorrono almeno due mesi, sempre che ci sia una maggioranza definita. In tal caso la Troika sarebbe dietro l’angolo, come ha detto Raffaele Fitto, uno dei pochi rimasti sul fronte maggioritario.

Ma adesso anche il “filo-maggioritario” della prima ora Matteo Salvini ha ribadito il suo sì ad un accordo Pd-Fi sul sistema proporzionale alla tedesca: “dateci una legge elettorale qualsiasi e noi la approviamo”, ha detto sottolineando che occorre il sì della Camera entro 15 giorni “se si vuole andare a votare in autunno”.

Per i piccoli partiti pro-proporzionale, come SI, Mdp o Ap, tutto dipende dallo sbarramento. Se il patto Renzi-Berlusconi dovesse reggere sulla soglia al 5% per loro sarebbe esiziale, e c’è chi evoca la crisi di governo per andare al voto con l’Italicum che, almeno alla Camera, ha lo sbarramento al 3%.

A livello parlamentare il Pd ha sul tavolo ancora il Rosatellum, che alla Camera ha i numeri e in caso di nulla di fatto con Fi può reggere. Ma i Dem hanno già predisposto un emendamento che proporzionalizza la loro proposta rendendola simile ma non identica al sistema tedesco”.

Il Rosatellum è sì un proporzionale ma la spartizione dei seggi tra partiti avviene anche attraverso collegi uninominali maggioritari. Tale sistema richiede però che sia variabile il numero finale dei deputati, cosa impossibile in Italia visto che la Costituzione indica sia il numero dei Deputati (630) che dei senatori (315).

Quindi l’emendamento Pd, che ricalca uno già depositato da Domenico Menorello e Guglielmo Vacaro, di Energie per l’Italia, mantiene i 303 collegi del Rosatellum, ma la loro distribuzione è proporzionale, come il Provincellum o il sistema del Senato in vigore fino al 1992.

Venerdì scade il termine per gli emendamenti in Commissione Affari costituzionali, e l’obiettivo era di iniziare a votare lunedì. La probabile fiducia sulla manovrina, sospenderà i lavori della Commissione, per cui la Direzione del Pd convocata martedì – come sempre in streaming – consentirà di capire lo stato dell’arte.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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