Un G7 “vero”. Con il convitato di pietra Putin

ROMA. – Sarà un G7 ‘vero’, senza troppi fronzoli diplomatici, con un confronto che potrà essere anche serrato e diretto tra Trump e gli europei e con un convitato di pietra ingombrante, Vladimir Putin. Le grandi sfide di inizio millennio che verranno discusse dai Sette grandi al vertice di Taormina, o quantomeno alcune di esse, porranno il presidente americano e i leader europei su fronti diversi, in alcuni casi anche contrapposti. Sarà una discussione intensa che comunque darà l’occasione agli europei di capire meglio le nuove, controverse e mutevoli posizioni degli Stati Uniti di Trump.

La lotta al terrorismo è il punto sul quale non ci saranno troppi intoppi, al di là del forte risentimento britannico per la fuga di notizie nata negli Usa sull’attentato di Manchester. E’ un punto particolarmente sensibile perchè, dopo il precedente con Israele, le intelligence di mezzo mondo cominciano a dubitare delle capacità americane di mantenere segrete le notizie classificate. Ma una forte presa di posizione comune ci sarà. Per il resto è tutto in discussione.

Sul clima gli americani non intendono confermare gli impegni presi al summit di Parigi. Sull’economia l”America first’ di Trump rimette tutto in gioco nelle relazioni commerciali. Sui rapporti con la Russia le distanze sono abissali con Trump che ritiene Putin uno dei suoi potenziali alleati più stretti in questi anni e gli europei, con la Germania in prima fila a spingere in questa direzione, che aspettano ancora il rispetto degli accordi di Minsk sull’Ucraina.

Proprio questo è il punto potenzialmente di maggior frizione e, d’altra parte, l’assenza di Mosca a Taormina è la plastica e chiara dimostrazione dello stato dei rapporti della Russia con l’occidente. A parte Trump. Anche all’interno dell’Unione europea ci sono Paesi più aperti al dialogo, come l’Italia, ed altri, come i Paesi dell’est Europa, che propendono invece per un atteggiamento duro nei confronti di Mosca.

E su questo punto il G7 rischia di trovare un ostacolo molto duro da superare. Ma sicuramente i 4 leader dei Paesi europei presenti (Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna)e i capi delle istituzioni europee saranno senz’altro interessati alla due giorni siciliana. Sicuramente usciranno dal vertice con le idee più chiare su Trump e i suoi intendimenti futuri.

Il viaggio che il presidente americano sta compiendo tra Medio Oriente ed Europa ha mostrato, in parte, un nuovo Trump. Molto più attento alla forma ma altrettanto chiaro nella sostanza, capace di limare e modulare le posizioni espresse in campagna elettorale ma mantenendo sostanzialmente invariata la rotta.

Ancora una volta ha ribadito agli alleati della Nato la necessità che si mettano velocemente in pari con i pagamenti, un suo chiodo fisso. La stessa chiarezza la userà da domattina a Taormina. Per gli europei sarà una prova non facile e saranno costretti a limitare l’uso delle liturgie e delle abitudini diplomatiche di stampo brussellese. Con Trump si parla in un altro modo.

(di Stefano Polli/ANSA)